CONTROLLO DELLA PLACENTA E DEGLI ANNESSI
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Il controllo della placenta dopo un parto fisiologico o cesareo è di responsabilità dell’ostetrica ed un momento di fondamentale importanza; infatti, valutando le caratteristiche peculiari della placenta in maniera completa ed esaustiva, potremo determinare importanti informazioni sia sulla salute della donna dopo il parto, ma anche sulla salute del neonato non solo dopo la nascita, ma anche durante la vita intrauterina.
Cos’è la placenta e cosa deve controllare l’ostetrica dopo l’espulsione
La placenta è un organo che collega il feto alla parete uterina della madre. Ha tantissimi compiti, in particolare – attraverso il cordone ombelicale – fornisce ossigeno e sostanze nutritive al feto grazie al continuo apporto di sangue materno ossigenato, e nel contempo depura il sangue fetale dalle tossine e dalle sostanze di scarto; inoltre, produce gli ormoni che supportano il buon andamento della gravidanza.
Dopo la nascita del bambino, la placenta viene autonomamente espulsa dalla donna attraverso poche e non dolorose spinte oppure viene staccata manualmente durante il taglio cesareo.
L’ostetrica, dopo averla prese a piene mani, deve eseguire l’esame macroscopico, cioè semplicemente ad occhio nudo, circa l’integrità e le caratteristiche peculiari della placenta e degli annessi, ovvero il cordone ombelicale e le membrane.
In particolare, deve controllare:
- la morfologia placentare, ovvero la forma, il diametro e lo spessore della placenta sulla faccia fetale, ovvero la parte dell’organo rivolta verso il feto in utero. Inoltre, si controlla il colore (tipicamente madreperlaceo), la consistenza e che non abbia un odore sgradevole;
- il cordone ombelicale, si valuta la dimensione (circa 2 cm di diametro per 50 cm di lunghezza), la sede di inserzione sulla placenta e non sulle membrane, la consistenza, la presenza di 3 vasi sanguigni (2 arterie e una vena) e l’eventuale presenza di nodi;
- Le membrane amniocoriali che devono essere ricomposte per valutarne la completezza, appoggiando la faccia materna su un piano e inserendo la mano aperta, spostandola verso l’alto, per individuare meglio il punto di rottura. Altro elemento importante è il colore trasparente perché un colore verdastro è conseguenza dell’emissione di meconio e quindi importante per valutare il benessere post-natale del feto;
- La faccia materna, che è costituita da 18-20 cotiledoni, i quali devono essere completamente tamponati per scongiurare la presenza di un eventuale sanguinamento, indice di perdita di sostanza in utero; inoltre, se un cotiledone risulta staccato è fondamentale rimetterlo al suo posto e controllare che non ve ne siano di mancanti;
- Il peso degli annessi, il quale tendenzialmente è 1/6 del peso totale del neonato, anche se, può variare in base al timing di clampaggio del funicolo: se questo viene clampato in maniera ritardata, la placenta si svuota dal sangue e peserà meno o viceversa.
Errore dell’ostetrica in relazione a controllo della placenta e degli annessi
In primo luogo, è fondamentale che l’ostetrica prenda a piene mani la placenta in fase di espulsione e l’arrotoli su sé stessa spostandola verso il basso, in modo che le membrane rimangano intatte e non vengano ritenute in utero.
In secondo luogo, è necessario che l’ostetrica effettui un controllo completo ed esaustivo dell’organo e degli annessi sia perché è sotto sua esplicita responsabilità sia perché è un’azione che può dare importanti informazioni sulla salute della neomamma e del neonato.
In particolare, è fondamentale:
- valutare la morfologia fisiologica della placenta e segnalare al medico ginecologo qualsiasi variazione dalla norma;
- controllare le caratteristiche del cordone ombelicale, soprattutto il conteggio dei vasi sanguigni e l’inserzione del cordone sulla placenta, indici di patologia fetale/neonatale;
- valutare correttamente l’integrità delle membrane e la totalità dei cotiledoni, in quanto la ritenzione di lembi può provocare emorragia post-partum e/o infezioni puerperali.