CORDONE OMBELICALE CORTO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La normale lunghezza del cordone ombelicale a termine di gravidanza è in media di 50 cm (varia da 30 ad 80 cm). Il funicolo può essere soggetto ad anomalie di lunghezza e si definisce corto quando è inferiore a 30 cm.
Come viene classificato il cordone ombelicale in base alla lunghezza
Devono essere distinti i cordini ombelicali di brevità assoluta dai funicoli di brevità relativa e da quelli estremamente corti.
SI parla di brevità assoluta quando il funicolo è inferiore a 30 cm e quindi viene ostacolato il normale espletamento del parto vaginale.
Si realizza invece brevità relativa quando il funicolo presenta una lunghezza normale o eccessiva ma la sua lunghezza utile viene ridotta a causa della presenza di avvolgimenti e giri intorno al corpo e/o al collo del feto.
Un cordone è, invece, estremamente corto se è inferiore a 15 cm, per cui, oltre a non permettere il normale espletamento del parto per via vaginale, è spesso associato ad anomalie fetali come difetti della parete addominale, degli arti, della spina dorsale e ad altre complicanze del sistema nervoso.
Quali possono essere le conseguenze di un cordone ombelicale corto
I cordoni più corti del normale possono, in generale, ritardare il normale andamento del periodo espulsivo comportando difficoltà nell’impegno, nella progressione e nel disimpegno della testa del feto.
Essi possono, inoltre, causare un distacco intempestivo della placenta, un’inversione d’utero e la rottura del cordone che può comportare un sanguinamento fetale significativo con conseguenze neurologiche e/o morte fetale.
In caso di gravidanza gemellare monoamniotica si può realizzare una particolare forma di brevità relativa del funicolo quando i due cordoni si avvolgono l’uno sull’altro. Questa complicazione – c.d. attorcigliamento dei funicoli – può causare la morte endouterina in caso di gemelli monoamniotici.
Come diagnosticare la brevità del cordone ombelicale
Il sospetto della presenza di brevità di funicolo, nel corso del periodo espulsivo, nasce quando la progressione della parte presentata appare difficoltosa (in assenza di ostacoli meccanici); altro segnale è la presenza alla cardiotocografia di ripetuti episodi di bradicardia fetale in particolare durante e subito dopo le spinte.
In genere però questi episodi di sofferenza fetale sono transitori e il rischio per il feto è limitato. Il neonato, dunque, pur potendo apparire depresso tende a riprendersi quasi sempre in breve tempo con semplici misure di rianimazione.
Caso per caso si valuterà il piano assistenziale e si prenderà o meno in considerazione l’opportunità di ricorrere al taglio cesareo. Spesso le anomalie di lunghezza, in particolare la brevità relativa, si diagnosticano al momento dell’espulsione del corpo fetale perché in precedenza non hanno dato segni evidenti della loro presenza.
Talvolta, se la lunghezza utile del cordone è molto ridotta e non si riescono a svolgere i giri che si possono presentare, sarà indispensabile recidere il cordone subito dopo l’espulsione del tronco o del podice per permettere l’espulsione dell’ultima porzione del corpo fetale.