LE DIVERSE DEFINIZIONI DEL PARTO: CARATTERISTICHE E DIFFERENZE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
In Ostetricia vengono definiti diverse definizioni di parto, a seconda delle sue caratteristiche.
Prima di iniziare a capire le differenze fra i diversi tipi di parto, è bene fare un’importante premessa.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni parto, qualsiasi siano le condizioni di salute di mamma e bambino, e qualsiasi sia la gestione dal punto di vista medico-sanitario, deve avere determinate caratteristiche che rispettino i diritti delle partorienti.
Quali sono i diritti della donna nel momento in cui affronta il parto
I diritti che devono essere rispettati durante l’evento parto, al fine di renderlo meno traumatico per la donna sono:
- il rispetto: a tutte le donne deve essere riservata lo stesso tipo di assistenza che include dignità, privacy e riservatezza. Tutte dovrebbero essere responsabilizzate alla scelta informata e supportate in maniera continua durante il travaglio, il parto e il post-partum;
- la comunicazione: tutte le donne devono poter essere supportate da personale ostetrico e medico che garantisca loro l’utilizzo di una comunicazione informale ed efficace, che si rivolgano a loro con il loro nome proprio, e che forniscano informazioni con tono calmo e parole chiare e coincise, evitando più possibile il gergo tecnico;
- la scelta di una persona cara al proprio fianco: la donna ha il diritto di scegliere la persona di supporto da avere al suo fianco, che sia lo sposo, il partner, un amico/a, o un familiare o la propria ostetrica di riferimento;
- modello assistenziale continuo: le donne dovrebbero avere delle ostetriche di riferimento che la assistano in gravidanza, al parto e nel puerperio, garantendo alla donna di ricevere una continuità assistenziale. È stato dimostrato infatti che le donne che ricevono una assistenza in continuum, raggiungono migliori risultati in termini di salute;
- visite vaginali solo quando opportune: l’esame vaginale è raccomandato ogni 4 ore per la valutazione di routine durante la fase attiva del travaglio nelle donne a basso rischio;
Come si definiscono le tipologie di parto
Come accennato in precedenza, a seconda delle caratteristiche del travaglio e del parto, la nascita può essere definita in diversi modi.
Innanzitutto, a seconda delle condizioni di salute della madre e/o del feto il parto viene distinto in:
a) eutocico o fisiologico, quando la donna è sana ed in salute, con un feto singolo in salute che dall’inizio del travaglio si trova in presentazione di vertice. Il sacco amniocoriale è integro o rotto da non più di 24 ore, il liquido amniotico è chiaro, la placenta è normalmente inserita ed il travaglio ha inizio ad un’età gestazionale compresa tra la 37a e la 42a settimana compiuta;
b) distocico quando, durante il travaglio o il parto, si verificano delle complicazioni che potrebbero rappresentare un rischio per la salute della donna, del feto o di entrambe.
Nell’ambito delle tipologie appena esaminate e rispetto al tipo di approccio al parto, esistono ulteriori tipologie:
Viene definito spontaneo il parto che inizia, decorre e si conclude in modo autonomo grazie alle competenze endogene di madre e feto, senza quindi il ricorso di interventi esterni come ad esempio l’induzione farmacologica, la rottura delle membrane amniocoriali, l’infusione di ossitocina sintetica, e altre procedure.
Al contrario, se l’inizio del travaglio viene indotto artificialmente si parlerà di parto provocato o indotto.
Se invece durante il travaglio le contrazioni uterine vengono “guidate” artificialmente dall’infusione di ossitocina, il parto verrà definito pilotato.
c) parto operativo infine, è quel parto che a causa di opportune motivazioni, ovvero di seri rischi per la salute della donna e/o del feto, viene espletato con l’utilizzo di un intervento chirurgico, manuale o strumentale.
Può essere ulteriormente per via vaginale o laparotomica. Il parto operativo vaginale è quel parto in cui la nascita del feto è avvenuta attraverso il canale vaginale, ma è stata utilizzata la ventosa o il forcipe, ed in cui è stata praticata una episiotomia, ovvero un taglio chirurgico nella zona perineale.
Per parto operativo per via laparotomica invece si intende una nascita avvenuta per mezzo del taglio cesareo (programmato o d’urgenza).