EMORRAGIA CEREBRALE NEL NEONATO: EMORRAGIA INTRACRANICA E CEFALOEMATOMA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Emorragie intracraniche
Per emorragia intracranica si intende la presenza di sangue all’interno del cranio e può instaurarsi in seguito alla rottura di un vaso sanguigno o di un aneurisma (dilatazione di un vaso sanguigno fino alla sua rottura).
Nel neonato l’emorragia intracranica si verifica in seguito ad una condotta ostetrica inappropriata del travaglio di parto e del parto, quando il parto è traumatico o dopo aver applicato del forcipe o della ventosa ostetrica, strumenti che vengono posizionati sulla testa del feto e consentono la sua progressione lungo il canale del parto.
Se l’emorragia intracranica è grave il neonato può riportare dei danni permanenti come deficit neurologici a lungo termine.
L’emorragia intracranica, inoltre, se complicata, può anche essere causa di morte del neonato.
Con l’emorragia intracranica, l’accumulo di sangue determina un aumento della pressione all’interno del cranio la quale provoca una compromissione del tessuto cerebrale e la limitazione dell’apporto di sangue e di ossigeno a quest’organo di vitale importanza.
A seconda del luogo in cui si ha la perdita di sangue, l’emorragia intracranica può essere subdurale, intraventricolare, parenchimale (intracerebrale) e sub aracnoidea.
Emorragia cerebrale intraventricolare nel neonato
Questo tipo di emorragia si verifica quando il sangue si trova all’interno dei ventricoli cerebrali.
I ventricoli cerebrali sono quattro cavità che si trovano nell’encefalo e non sono altro che dei canali che si susseguono e che sono interconnessi con degli spazi attraverso dei fori in cui è presente il liquido cefalorachidiano.
La funzione dei ventricoli cerebrali è quella di produrre il liquido cefalorachidiano e di trasportarlo all’interno dell’encefalo e del midollo spinale.
Il liquido cefalorachidiano, o anche chiamato semplicemente liquor, è un fluido che protegge il cervello e il midollo spinale da eventuali traumi, contribuisce al nutrimento del sistema nervoso centrale e alla regolazione della pressione intracranica.
L’emorragia intraventricolare è la più grave delle’emorragie intracraniche e si verifica più frequentemente nei neonati prematuri, ovvero i nati prima del termine di gravidanza (prima della 37esima settimana gestazionale).
I vasi sanguigni dei neonati prematuri, infatti, sono più deboli e delicati rispetto a quelli di un neonato a termine poiché non hanno ancora completato in pieno il loro sviluppo.
Nel neonato prematuro, l’emorragia intraventricolare origina in un punto chiamato matrice germinativa, importante struttura cerebrale da cui originano i neuroni.
Nella matrice germinativa sono presenti dei piccoli vasi sanguigni che possono facilmente rompersi in quanto sono estremamente fragili ed è da qui che origina il sanguinamento.
Il sangue dai due ventricoli laterali può diffondere a tutto il sistema ventricolare, soprattutto se il sanguinamento è importante.
Il sanguinamento all’interno di queste strutture provoca una progressiva dilatazione dei ventricoli (idrocefalo post-emorragico).
La presenza dell’emorragia intraventricolare determina una sofferenza del tessuto cerebrale a causa della pressione esercitata dal sangue che compromette il deflusso venoso.
Le forme più gravi sono più facili da diagnosticare poiché si individua più facilmente il sanguinamento e i ventricoli appaiono dilatati.
L’incidenza dell’emorragia intraventricolare aumenta con la diminuzione dell’età gestazionale e le emorragie più severe si verificano nei neonati con basso peso alla nascita (< 1000 grammi). Le complicanze dell’emorragia intraventricolare sono: gravi limitazioni motorie, scarso sviluppo neurologico, ridotto quoziente intellettivo e disordini convulsivanti.
Emorragia cerebrale parenchimale nel neonato
Questo tipo di emorragia si verifica con la presenza di sangue nel parenchima cerebrale in seguito alla rottura di un vaso arterioso.
La rottura di una vaso arterioso può verificarsi in seguito ad un aumento della pressione intracranica come quando la testa del feto, durante il parto, viene compressa dal forcipe o dalla ventosa ostetrica per guidare il feto all’esterno.
I sintomi di solito compaiono improvvisamente (ictus).
Emorragia cerebrale sub aracnoidea nel neonato
Questo tipo di emorragia si verifica con la presenza di sanguinamento tra l’aracnoide e la pia madre.
L’aracnoide e la pia madre sono due membrane, chiamate meningi, che rivestono il sistema nervoso centrale.
L’emorragia sub aracnoidea si verifica nei neonati a termine i quali presentano apnea, letargia e convulsioni.
Emorragia cerebrale subdurale nel neonato
Questo tipo di emorragia presenta di un versamento di sangue tra l’aracnoide e la dura madre ovvero nello spazio subdurale.
Il trauma cranico o complicanze di tipo traumatico che insorgono al momento del parto possono essere causa dell’emorragia subdurale.
Il neonato presenta convulsioni, emorragia della retina, mancato riflesso di Moro, sonnolenza, vomito e alti livelli di bilirubina.
L’emorragia subdurale, anche chiamata ematoma subdurale, nel neonato si può verificare a causa di scuotimenti troppo energici (sindrome del bambino scosso) che possono provocare una rottura dei fragili vasi sanguigni dell’encefalo.
Segni di emorragia intracranica nel neonato, diagnosi e trattamento
L’emorragia cerebrale può presentarsi nei neonati prematuri e nei neonati a termine e si associa a un’elevata mortalità e alla presenza di gravi e invalidanti esiti per il neonato.
Il ritardo nella diagnosi è un fattore che aggrava il quadro clinico.
La diagnosi dell’emorragia cerebrale può essere fatta attraverso l’ecografia cerebrale che va a rilevare la presenza di sangue all’interno del cranio, con la tomografia assiale computerizzata (TAC) che è la tecnica diagnostica più efficace, con la risonanza magnetica (RM) e con la rachicentesi (puntura lombare) che consiste nel prelevare il liquido cefalorachidiano e verificare la presenza di un eventuale sanguinamento.
Un altro metodo che permette di diagnosticare un’emorragia cerebrale nel neonato è l’ecografia transfontanellare la quale permette lo studio dei tessuti cerebrali e dei ventricoli encefalici attraverso la fontanella anteriore, la quale è ancora previa al momento della nascita.
In genere, i sintomi che presenta un neonato con emorragia cerebrale sono: letargia, apnea, difficoltà nell’alimentazione e convulsioni.
La presenza di sanguinamento all’interno del cranio determina un aumento della pressione intracranica.
L’aumento della pressione intracranica può causare danni al delicato tessuto cerebrale del neonato e di conseguenza esiti neurologici sfavorevoli.
Il trattamento consiste nel ridurre la pressione intracranica e ridurre il versamento di sangue trattando il vaso sanguigno che lo ha provocato cosi da fermare l’emorragia.
Alcuni neonati dopo il trattamento giungono alla completa guarigione, mentre altri, se l’entità del sanguinamento è maggiore, possonon riportare disturbi mentali, paralisi cerebrale infantile e disturbi nell’apprendimento e nel linguaggio.
Cause dell’emorragia cerebrale nel neonato
L’emorragia intracranica nel neonato può verificarsi in seguito a un travaglio di parto e a un parto traumatico o quando insorgono delle condizioni che provocano un trauma.
La causa di emorragia intracranica possono essere:
- travaglio di parto prolungato;
- macrosomia fetale (peso del feto mggiore di 4 kg): se le dimensioni del feto sono aumentate vi è una maggiore probabilità che subisca un trauma durante il suo passaggio attraverso il bacino materno;
- sproporzione feto pelvica (le dimensioni del bacino della madre sono minori rispetto alle dimensioni del feto);
- riduzione della vitamina k: la vitamina k è un coagulante quindi una sua diminuzione impedisce al sangue di coagulare perciò l’emorragia non viene bloccata;
- emofilia: malattia genetica dovuta a un difetto nella coagulazione del sangue;
- presentazione podalica;
- applicazione del forcipe o della ventosa ostetrica i quali, se utilizzati in maniera impropria provocaono un trauma alla testa del feto.
Cefaloematoma nel neonato
Il cefaloemtoma è una raccolta di sangue che si trova fra il periostio (membrana fibrosa che avvolge l’osso) e l’osso del cranio.
Il cefaloamtoma si presenta nel neonato intorno al terzo e al quarto giorno di vita e si manifesta come un rigonfiamento della cute in corrispondenza dell’osso cranico al di sotto del quale si forma il sanguinamento.
La tumefazione non supera i confini dell’osso interessato e di solito l’osso cranico più frequentemente interessato dal cefaloemato è l’osso parietale.
Il cefaloematoma si forma quando durante il parto si verifca un trauma delle ossa del cranio e viene poi rissorbito entro qualche settimana a seconda delle sue dimensioni.
Più grandi sono le sue dimensioni più brevemente verrà riassorbito.
La prognosi del cefaloematoma è benigna e, considerndo che si riassorbe dopo qualche settimana dal parto, non è necessario alcun trattamento anche se, in alcuni casi può provocare anemia a causa del sanguinamento, ittero e aumento della bilirubina.
Il cefaloematoma può essere conseguenza di un travaglio di parto prolungato a causa della pressione esercitata dal bacino della madre sulla testa del feto, soprattutto se vi è una sproporzione feto pelvica, ovvero quando le dimensioni del bacino materno sono minori rispetto a quelle del feto o quanto le dimensioni del feto sono aumentate e il suo peso è maggiore ai 4 chili.
I neonati prematuri, rispetto ai nati a termine di gravidanza (nati dopo la 37esima settimana gestazionale), sono maggiormente a rischio di cefaloematoma considerando il fatto che il loro tessuto cerebrale non è ancora sviluppato per cui è più vulnerabili ai traumi.
Anche il travaglio e i parti difficoltosi possono causare un cefaloematoma cosi pure come l’applicazone del forcipe e della ventosa ostetrica soprattutto quando vengono utilizzati in maniera impropria e vengono esercitate delle pressioni eccessive sulla testa del feto.