LA VENTOSA OSTETRICA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Si dice che il parto è operativo vaginale quando è espletato con un intervento strumentale, attraverso l’applicazione della ventosa.
La ventosa ostetrica è uno strumento che è utilizzato durante l’ultimo stadio del travaglio di parto (periodo espulsivo) per accompagnare il feto lungo l’ultimo tratto del canale del parto ed accorciare il periodo espulsivo.
Quali sono le indicazioni che prevedono l’utilizzo della ventosa
Le indicazioni che prevedono l’utilizzo della ventosa ostetrica sono:
- la mancata progressione del feto lungo il canale del parto, la quale può essere dovuta ad un’attività contrattile poco efficiente
- la mancata collaborazione della madre nell’eseguire le spinte contraendo i muscoli dell’addome in concomitanza alla contrazione uterine
- la presenza di patologie materne come cardiopatie, gestosi, insufficienza respiratoria, lesioni cerebrali, distacco di retina
- la gravidanza a termine (età gestazionale maggiore di 37 settimane)
- la sofferenza fetale (alterazioni del tracciato cardiotocografico, liquido tinto di meconio)
- l’impegno della parte presentata (la testa del feto deve aver attraversato il primo tratto del bacino materno).
Una controindicazione all’applicazione della ventosa è l’età gestazionale minore a 34 settimane.
Cos’è la ventosa ostetrica
La ventosa è costituita da una coppetta a forma di fungo di plastica rigida che deve essere applicata correttamente sulla testa del feto.
Il margine della coppetta che deve aderire alla testa del feto ha un diametro lievemente inferiore rispetto alla restante coppetta cosi che, dopo aver creato il vuoto, i tessuti molli sono risucchiati.
Nella zona centrale della coppetta è presente un tubo di aspirazione al cui interno vi è un filo di trazione attraverso il quale la coppetta è collegata a una pompa manuale.
Con la pompa è generata una pressione negativa cosi da creare l’effetto ventosa.
Il vuoto che si viene a creare fa aderire la coppetta alla cute della testa del feto consentendone la trazione.
Prima dell’applicazione della ventosa la donna deve essere posta in posiziona ginecologica, deve essere svuotata la vescica ed è necessario che la paziente venga informata prima di procedere al parto operativo vaginale.
Il battito cardiaco del feto deve essere auscultato in continuo tramite il tracciato cardiotocografico.
Come procedere all’inserimento della ventosa ostetrica
Le condizioni che permettono l’applicazione della ventosa ostetrica sono: la dilatazione completa (10 cm) del collo dell’utero, la presentazione del feto cefalica, le membrane amnio coriali rotte e la presenza di un pediatra e di un neonatologo.
Prima di procedere all’applicazione, l’operatore deve individuare la piccola fontanella e la sutura sagittale del feto poiché la coppetta va posizionata in un punto ben preciso chiamato punto di flessione.
Dopo aver creato il vuoto a fatto aderire adeguatamente la coppetta alla testa del feto, l’operatore esegue massimo tre trazioni in concomitanza alla contrazione uterina.
Il parto deve essere completato entro 15 minuti dall’applicazione della ventosa.
Quali sono le complicanze in caso di utilizzo della ventosa ostetrica
L’applicazione della ventosa, nonostante possa facilitare l’espulsione del feto ed evitare di prolungare la sofferenza fetale, può essere causa di complicanze per la madre e per il feto.
Le complicanze fetali sono: edema e lesioni del cranio, cefaloematoma, fratture del cranio ed emorragia intracranica.
L’applicazione della ventosa può causare, inoltre, lesioni a carico dei genitali esterni della madre, del tratto vaginale e del collo dell’utero.