CONTROLLO DEL BATTITO CARDIACO FETALE IN TRAVAGLIO: QUANDO IL MONITORAGGIO IN CONTINUA CREA DANNI
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Durante l’evolversi del travaglio l’assistenza ostetrica prevede il controllo del benessere materno e fetale ad intervalli precisi e con precise modalità.Per monitorare la situazione materna è necessario controllare i parametri vitali (Temperatura corporea, frequenza cardiaca, pressione arteriosa) ogni 4 ore, alcune linee guida consigliano anche ogni 6.
Si valutano le caratteristiche delle contrazioni uterine, di eventuali perdite vaginali, la localizzazione del dolore e la risposta adattativa della donna.
Come si controlla il benessere fetale in travaglio
Il controllo del benessere del bambino si registra attraverso l’auscultazione del suo battito cardiaco tramite ultrasuoni. Normalmente il battito cardiaco fetale è molto rapido, perché la sua circolazione è del tutto diversa dalla circolazione di tipo adulto.
Un BCF (battito cardiaco fetale) di un feto sano varia dai 120 ai 160 battiti per minuto, ma può subire grandi variazioni durante e dopo una contrazione.
Tutte le linee guida sono concordi nel raccomandare la necessità di auscultare il BCF (battito cardiaco fetale) ad intermittenza ogni 15 minuti per tutti i travagli fisiologici, cioè che non presentano problematiche ed evolvono in maniera naturale.
L’auscultazione del BCF (battito cardiaco fetale) deve durare almeno un minuto e valutare la risposta del battito al termine della contrazione, in modo da studiare attentamente se il bambino mostra segni di adattamento fisiologico allo stress ipossico dato da una normale contrazione uterina o meno.
Durante il periodo espulsivo, cioè quando sopraggiunge il premito da parte della donna, sarà necessario auscultare il battito ogni 5 minuti e per almeno un minuto dopo una contrazione.
Monitoraggio in continua del bcf (battito cardiaco fetale): quali rischi può comportare
Quando il controllo del BCF (battito cardiaco fetale) ad intermittenza, cioè ad intervalli di tempo stabiliti, mostra segni di maladattamento fetale o qualora vi fossero dubbi è indicato porre il monitoraggio del BCF (battito cardiaco fetale) in continua, tramite l’ausilio di sonde ad ultrasuoni che registrano il BCF e l’andamento dell’attività contrattile uterina.
È necessario preservare questa metodica per i soli casi dubbi o per i travagli non fisiologici (ad esempio in caso di travaglio indotto, patologia materna o fetale).
Questo perché si è visto che monitorare tutte le donne con il tracciato cardio-tocografico in continua aumenta il tasso di interventismi al parto, di parto operativo con ventosa e di taglio cesareo per sospetto distress fetale, senza diminuire il numero di paralisi cerebrali neonatali.
Monitorando indiscriminatamente tutte le donne in continua vi è un alto numero di falsi positivi, cioè di alterazioni evidenziate dal tracciato quando in realtà il feto è in salute, e l’interpretazione del tracciato non è univoca.
Ciò significa che in alcuni centri ad un sospetto cardiotocografico si propone immediatamente il taglio cesareo alla donna, mentre in altre strutture con lo stesso tracciato si lascia tranquillamente proseguire il travaglio.
Il monitoraggio in continua, inoltre, limita considerevolmente la libertà di movimento della donna si vede costantemente legata a dei fili, e spesso le è vietato l’ingresso in vasca, strumento che è dimostrato limitare la percezione dolora.
Il controllo del BCF (battito cardiaco fetale) in travaglio è di fondamentale importanza per proteggere la salute del feto, ma è altrettanto importante limitare interventi non necessari e mantenere il tracciato in continua solo laddove vi sia una vera indicazione, senza interferire con il processo naturale della nascita.