PLACENTA PREVIA: ERRORI ED ENCEFALOPATIA IPOSSICO ISCHEMICA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO PER MALASANITÀ
Per placenta previa si intende una localizzazione della placenta nella parte inferiore dell’utero in corrispondenza di un punto chiamato segmento uterino inferiore; la placenta può ricoprire totalmente o parzialmente l’orifizio uterino interno (apertura che permette la comunicazione tra il corpo e il collo dell’utero).
Si parla di placenta previa maggiore quando ricopre totalmente o parzialmente l’orifizio uterino interno, mentre quando si trova lateralmente o marginalmente a quest’ultimo si parla di placenta previa minore.
I fattori di rischio per la placenta previa sono: pregresso taglio cesareo o pregressi interventi chirurgici dell’utero, pregressa placenta previa, gravidanza ottenuta con le tecniche di procreazione medicalmente assistita, età materna avanzata, malformazioni uterine, fibromi uterini, gravidanza gemellare, fumo di sigaretta e assunzione di sostanze stupefacenti.
Complicanze in caso di placenta previa
La placenta previa può associarsi a una patologica aderenza della placenta alle pareti dell’utero (placenta accreta) che è causa di gravi emorragie dopo l’espulsione del feto.
Queste emorragie per essere fermate possono richiedere la rimozione dell’utero (isterectomia).
Verso la fine della gravidanza, quando avvengono le prime modifiche della cervice uterina, il segmento uterino inferiore dove è impianta la placenta si modifica e si assottiglia. La placenta, essendo anelastica, non è in grado di andare in contro alle modifiche del segmento uterino inferiore perciò inizia a staccarsi dalla sua sede di inserzione provocando un modesto sanguinamento.
Diagnosi e trattamento della placenta previa
Segno caratteristico della placenta previa è la perdita di sangue rosso vivo dai genitali esterni con assenza di dolore pelvico perché l’utero non si contrae, a differenza del distacco di placenta in cui al dolore si accompagna una perdita di sangue rosso scuro.
Per porre diagnosi di placenta previa, attraverso l’ecografia, è necessario aspettare la venticinquesima settimana gestazionale considerando che, nella maggior parte dei casi, la placenta risale man mano che l’utero si espande.
Il trattamento dipende dall’epoca gestazionale in cui si manifestano i sintomi, dall’entità della perdita di sangue e dal benessere materno e fetale.
Quando si manifestano i sintomi è necessario il ricovero in ospedale cosi da monitore costantemente madre e bambino e, nel caso in cui le condizioni lo permettano, si devono aspettare epoche più prossime al termine per prevenire un parto prematuro.
Se la perdita di sangue è di grave entità e il benessere materno e fetale è compromesso, deve essere subito eseguito il taglio cesareo.
Comportamento medico e malasanità in caso di placenta previa per evitare l’encefalopatia ipossico ischemica
Il medico, dopo aver fatto diagnosi di placenta previa, deve tenere sotto controllo il benessere materno e fetale. Nel caso di placenta previa maggiore è assolutamente controindicato il parto per la via vaginale.
Quando compaiono i primi sintomi, a seconda della loro entità, deve essere scelto il trattamento più opportuno: ricovero e condotta di attesa o espletamento del parto.
Quando la placenta si stacca dalla parete dell’utero, viene limitato, in maniera più o meno grave, l’afflusso di sangue e di ossigeno al feto il quale, di conseguenza, può sviluppare l’encefalopatia ipossico ischemica e lesioni cerebrali.
Allo scopo di evitare queste pericolose complicanze deve essere correttamente diagnosticata la placenta previa e la paziente deve essere sottoposta a tutti trattamenti necessari.