DISTURBI DEL PERINEO E PERIODO ESPULSIVO: COME LA POSIZIONE ASSUNTA AL PARTO PUÒ CREARE DANNI PERINEALI
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La postura adottata dalla donna lungo il travaglio e durante il parto comporta conseguenze sia alla mamma che al bambino.
Un travaglio in posizioni libere, in cui alla donna è concesso di potersi muovere liberamente scegliendo la posizione per lei più confortevole, evolve in tempi più brevi e con migliore ossigenazione fetale. È quindi la prima scelta per ogni travaglio fisiologico.
Durante il periodo espulsivo vale lo stesso meccanismo: qualora non vi siano segni di alterazione nel benessere fetale o materno alla donna deve essere concessa la libertà di sperimentare le spinte in varie posizioni.
Come l’intervento della donna influisce sul parto
Per favorire la nascita del bambino oltre alle contrazioni dell’utero si aggiungono gli sforzi volontari materni.
È noto che la spinta guidata da altri che suggeriscono alla donna come e quando spingere, così come la spinta in apnea (secondo la manovra di Valsalva), riducano l’ossigenazione placentare diminuendo l’apporto di ossigeno al bambino che presenta più facilmente segni di stress.
Inoltre, questa modalità di spinta non è salutare né per la donna né per il travaglio in sé, poiché provoca importanti sbalzi di pressione arteriosa, un sovraccarico cardiaco e minor ossigenazione cerebrale alla donna, causando stordimento e senso di svenimento.
Questa modalità di condurre un periodo espulsivo appartiene al passato, essendo dimostrato che è più dannosa che benefica.
La spinta materna durante il parto ha importanti conseguenze anche a livello del perineo.
Spingere in posizioni di chiusura del perineo equivale a spingere contro una porta chiusa. Questo comporta una maggior fatica per la donna e soprattutto per il suo perineo che risentirà di una maggior debolezza dopo il parto, dovuta al trauma delle spinte in posizioni di chiusura.
La posizione adottata durante il periodo espulsivo del parto, insieme ad una corretta respirazione evitando il più possibile l’apnea, è fondamentale per prevenire disturbi del pavimento pelvico, come incontinenza, senso di peso e prolasso genitale.
Quando viene imposto il parto in posizione litotomica: effetti e danni al perineo
Quando una donna ed un bambino sani vengono lasciati liberi al parto scelgono più frequentemente posizioni alternative e verticali che favoriscono la discesa del bambino e nel contempo scaricano il perineo, permettendo una apertura.
La posizione più scorretta in cui partorire è quella litotomica, sdraiata sul lettino ginecologico. In questa posizione il bambino preme sui tessuti perineali che si trovano in chiusura, creando maggiore danno agli stessi ed alla donna.
Aumentano infatti le lacerazioni del perineo, con evidente aumento del dolore nel post-parto ed anche il bambino fuoriesce con maggior fatica dovendosi confrontare con un bacino fisso che non agevola la sua rotazione.
Le donne che partoriscono in posizione litotomica subiscono più frequentemente l’episiotomia complicando e medicalizzando la nascita.
Imporre questa posizione in assenza di motivi clinici equivale ad aumentare il rischio di danno perineale al parto, con maggior dolore della donna nei giorni successivi alla nascita.
I danni al pavimento pelvico si associano più frequentemente a disturbi a medio e lungo termine, come incontinenza urinaria o intestinale e prolasso genitale.
Deve quindi sussistere un valido motivo per imporre questa postura al parto.