PARTO PREMATURO E NASCITA A 34 SETTIMANE GESTAZIONALI
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
I bambini nati prima della 37esima settimana gestazionale sono considerati prematuri. La maggior parte dei bambini nati prematuri nasce tra la 34esima e la 37esima settimana, epoca definita come prematurità tardiva.
Se da una parte questi neonati presentano problematiche meno significative rispetto alla prematurità precoce, questi sono comunque esposti ad un alto rischio di complicanze rispetto ai bambini nati a termine di gravidanza.
In un parto prematuro, anche se la madre non presenta evidenti patologie, le complicanze possono manifestarsi al momento della nascita. Un bambino di 34 settimane, infatti, non è ancora maturo per affrontare in modo autonomo l’ambiente esterno e ciò potrebbe avere conseguenze sul suo stato di salute.
Per questa ragione i neonati hanno bisogno di essere accuditi, per un periodo di tempo più o meno prolungato, presso le Unità di Terapia Intensiva Neonatale, dove le nuove terapie e le risorse biotecnologiche avanzate aiutano in modo considerevole a ridurre i tassi di mortalità.
Qual è lo stato di salute del feto a 34 settimane gestazioni e quali sono le possibili complicanze della nascita
L’aspetto di un feto prematuro di 34 settimane corrisponde a quello di un feto non ancora del tutto maturo. Se da una parte le caratteristiche fisiche possono apparire quasi totalmente sviluppate, dall’altra il sistema respiratorio e quello immunitario non sono ancora autonomi tanto da richiedere assistenza respiratoria al momento della nascita
Le complicanze più frequenti che coinvolgono un neonato prematuro di 34 settimane sono:
- ittero: l’immaturità compromette la piena funzionalità del metabolismo in particolare dei componenti ematici come la bilirubina che si accumula nell’organismo causando il tipico colore giallo dell’ittero;
- sindrome da distress respiratorio: l’ipo-sviluppo del sistema respiratorio compromette la capacità di respirare autonomamente;
- anemia: l’anemia può verificarsi in un bambino immaturo perchè il sangue non trasporta una quantità adeguata di ossigeno a tutto l’organismo;
- apnea: la respirazione irregolare, definita apnea, è il risultato di un sistema respiratorio non ancora del tutto sviluppato;
- displasia broncopolmonare: questa patologia può richiedere l’utilizzo di un respiratore meccanico e di un supporto alla respirazione per settimane;
- infezioni: a causa di un sistema immunitario debole, le difese sono altrettanto deboli e ciò aumenta l’incidenza di infezioni e malattie rispetto ai bambini nati a termine;
- pressione bassa: fino a che il neonato prematuro non sviluppa appieno il suo apparato e il suo circolo sanguigno, il mantenimento della pressione risulta difficoltoso.
Parto prematuro: prevenzione e fattori di rischio
Alcuni parti prematuri sono imprevedibili e invitabili, ma nella maggior parte dei casi esiste un’associazione con fattori di rischio prevedibili, tra cui:
- una madre con una storia pregressa di parto prematuro;
- collo dell’utero raccorciato;
- preclampsia o eclampsia che provoca pressione alta materna durante la gravidanza;
- diabete mellito o diabete gestazionale;
- età materna: sopra i 30 anni o sotto i 18 anni;
- basso BMI (indice di massa corporea) materno;
- infezioni alle vie urinarie non trattate farmacologicamente;
- fumo;
- uso di alcool in gravidanza.
Nel caso specifico in cui una donna in gravidanza dovesse presentare una modificazione del collo dell’utero o una dilatazione precoce, il medico ginecologo ha il dovere di valutare il ricorso di una procedura chiamata cerchiaggio: attraverso l’utilizzo di punti si mantiene il collo uterino chiuso per mantenere al sicuro il bambino all’interno dell’utero, fino al termine del suo sviluppo.
Dottori, ostetriche e ginecologi devono essere formati per eseguire tutte le pratiche necessarie per diminuire il rischio e l’incidenza di un parto prematuro.
Esistono alcuni segnali che il professionista sanitario deve cogliere per poter agire nel più breve tempo possibile, nel caso di un parto a 34 settimane gestazionali:
- contrazioni almeno ogni 10 minuti l’una dall’altra;
- dolore materno che assomiglia a crampi mestruali;
- pressione pelvica;
- sanguinamento vaginale;
- riduzione dei movimenti fetali in utero.
Come devono agire i sanitari per evitare negligenze nella gestione del parto prematuro
L’assistenza del professionista sanitario, per evitare negligenze ed errori si basa su alcuni aspetti importanti:
- identificazione dei segni di un travaglio prematuro;
- prescrizione di riposo assoluto in madri con rischio aumentato di parto prematuro;
- trattamento adeguato nel caso di dilatazione o incompetenza del collo dell’utero tramite cerchiaggio;
- prescrizione di steroidi per anticipare lo sviluppo polmonare del neonato in previsione di un parto prematuro;
- somministrazione di terapia specifica alla madre per fermare o rallentare la nascita prematura del bambino.