PARTO PREMATURO O PRETERMINE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Il parto viene definito prematuro (o pretermine) quando avviene prima del termine di gravidanza ovvero prima della 37esima settimana di gestazione e dopo la 20esima.
Viene definita minaccia di parto prematuro il travaglio che ha luogo precocemente con la presenza di contrazioni frequenti associate a modifiche della cervice dell’utero che, a volte, possono comportare la rottura delle membrane amniocoriali (rottura delle acque).
Quali sono i fattori di rischio che possono portare ad un parto prematuro
I principali fattori di rischio correlati alla prematurità sono:
- quantità eccessiva di liquido amniotico (polidramnios);
- gravidanza gemellare;
- fumo di sigaretta, alcol e droghe;
- infezioni del tratto genitale della gravida;
- precedente parto prematuro;
- rottura precoce delle membrane amniocoriali (rottura delle acque): con la rottura delle membrane viene rilasciato un ormone responsabile dell’insorgenza del travaglio di parto;
- malformazioni dell’utero;
- incontinenza della cervice dell’utero (il collo dell’utero è incapace di portare a termine una gravidanza);
- gravidanza ottenuta con la fecondazione assistita;
- lavoro pesante;
- aumento o riduzione eccessiva di peso;
- precoce attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene fetale (il feto controlla l’insorgenza del travaglio con la produzione di ormoni che promuovono le contrazioni dell’utero);
- malformazioni congenite del feto;
- età della donna minore di 16 anni o maggiore di 35 anni.
Nel 20-30% dei casi il parto prematuro è indotto da farmaci quando la gravidanza è complicata da alcune situazioni come gestosi, ritardo di crescita fetale, distacco di placenta, anemia fetale e placenta previa.
Diagnosi del possibile parto prematuro
La diagnosi prevede il monitoraggio dell’attività contrattile, la misurazione della cervice dell’utero tramite ecografia (più corta è la cervice maggiore è il rischio di parto prematuro) e i test biochimici per rilevare nelle secrezioni vaginali una glicoproteina chiamata fibronectina, la cui presenza indica il rischio di un parto pretermine.
Terapia in caso di rischio di parto prematuro
L’obiettivo del trattamento è quello di ridurre l’attività contrattile, prolungare la durata della gravidanza e ottimizzare le condizioni fetali.
La riduzione dell’attività contrattile è resa possibile dalla somministrazione di farmaci tocolitici che permettono di ritardare il travaglio.
Le condizioni fetali vengono ottimizzate tramite la somministrazione di corticosteroidi grazie ai quali risulta essere diminuita l’incidenza di problemi respiratori nel neonato.
Per aiutare a prevenire un parto prematuro, inoltre, può essere effettuato il cerchiaggio cervicale, procedura che permette di chiudere il collo dell’utero con dei punti.
Comportamento medico e complicanze in caso di parto prematuro
In caso di minacce di parto prematuro il medico deve cercare di prolungare la gravidanza fino ad epoche più prossime al termine per garantire al feto uno sviluppo adeguato.
Nel caso in cui vi sia il rischio di parto pretermine, al fine di garantire un corretto sviluppo fetale, il medico deve somministrare farmaci per permettere al feto di raggiungere la maturità polmonare.
Il personale medico, quindi, deve diagnosticare e trattare le condizioni che possono favorire un parto pretermine perché più il parto avviene in epoche di gravidanza precoci, maggiore è il rischio di complicanze fetali.
Quali sono le principali complicanze del parto prematuro
Le principali complicanze correlate alla prematurità sono:
- difficoltà di regolare la temperatura corporea;
- sindrome da distress respiratorio (grave insufficienza respiratoria);
- pervietà del dotto arterioso di Botallo (condotto presente durante la vita fetale che collega due arterie): il cuore non riesce a pompare quantità di sangue necessarie;
- infezioni neonatali a causa della ridotta risposta immunitaria;
- presenza di sangue nel cervello (emorragia intraventricolare);
- ittero;
- difficoltà respiratorie e riduzione della frequenza cardiaca;
- anemia (presenza di pochi globuli rossi);
- lesioni della retina;
- disturbi cognitivi.