COUNSELING IN CASO DI PLACENTA PREVIA: DIVERSI TIPI, COUNSELING COL MEDICO IN GRAVIDANZA, SCELTE TERAPEUTICHE E CAMPANELLI D’ALLARME
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La placenta previa è un evento ostetrico che interessa una percentuale variabile di donne in base alla tipologia.
I casi di placenta previa vengono divisi in due gruppi: maggiore o minore.
La placenta previa maggiore a sua volta viene suddivisa in centrale totale e centrale parziale.
La prima ricopre completamente l’orificio uterino interno, la seconda ricopre parzialmente l’orificio uterino interno.
La placenta previa minore viene suddivisa in marginale che raggiunge o dista meno di 2 cm dall’orificio uterino interno, e in laterale dove la placenta si inserisce nel segmento uterino inferiore e dista almeno 2 cm.
Quali sono i rischi della placenta previa
Il rischio principale di questa inserzione anomala è il sanguinamento: infatti il segmento uterino inferiore dell’utero (dove si inserisce la placenta) è una parte molto elastica che durante la gravidanza e in travaglio risente di modificazioni.
La placenta è una struttura rigida che potrebbe “staccarsi” dalla sua sede in risposta alle modificazioni e quindi provocare un sanguinamento.
Se il distacco fosse massivo (di una grande area di placenta) potrebbe essere fortemente nocivo per il bambino.
L’incidenza secondo i dati ISTAT di morte perinatale in seguito a sanguinamento di placenta previa è di 50/60 bimbi su 1000.
Se la diagnosi viene effettuata in epoca precoce di gravidanza si potrebbe notare la migrazione della placenta con il procedere delle settimane.
Infatti, l’aumento del volume dell’utero potrebbe allontanare la placenta dall’orifizio uterino interno del collo dell’utero.
I fattori di rischio che sono stati individuati per giustificare la placenta previa sono:
- età materna maggiore di 40 anni;
- gran numero di gravidanze;
- cicatrici uterine;
- aderenze;
- pregresse revisioni di cavità;
- la presenza di miomi o fibromi;
- pregresso taglio cesareo.
Quali sono i principali campanelli d’allarme
La diagnosi di placenta previa viene effettuata solitamente in epoca molto precoce perciò la donna è a conoscenza di questa sua caratteristica.
Appunto per questo la gravidanza deve essere seguita da un medico ginecologo in quanto potenzialmente patologica.
Il segnale d’allarme principale è il sanguinamento rosso vivo in assenza di travaglio o contrazioni uterine.
In caso di paziente sintomatica (con perdite di sangue) questa dovrebbe essere ricoverata per garantire le cure per tentare di arrivare a 36/37 settimane di gestazione.
Se la donna fosse asintomatica è necessario che ci sia una completa astensione dai rapporti sessuali e la possibilità di raggiungere l’ospedale entro 15/20 minuti.
La gravidanza di una donna con placenta previa è molto più a rischio rispetto ad una gravidanza fisiologica, deve essere seguita in un centro nascita che sia attrezzato per rispondere alle esigenze di tempestività e di cura.
In caso di sanguinamento improvviso rosso vivo deve essere valutata velocemente la frequenza cardiaca fetale e la salute generale della donna (livello emoglobinico) e la necessità di effettuare un taglio cesareo d’urgenza o d’emergenza.
Quali sono i principali errori in cui possono incorrere gli specialisti
I principali possibili errori medici sono:
- non effettuare una corretta diagnosi della placenta previa;
- non indirizzare la donna ad un centro adeguato al parto;
- non effettuare controlli seriati per valutare la placenta;
- non individuare i campanelli d’allarme sopra elencati quindi intervenire in modo non consono;
- non individuare i fattori di rischio.