RITARDO NELL’ESECUZIONE DEL TAGLIO CESAREO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Il taglio cesareo è un intervento chirurgico che, tramite un’incisione praticata sull’addome materno, permette l’espulsione del feto e degli annessi dall’organismo materno quando sono presenti o insorgono condizioni materne, fetali o di entrambi per le quali non è possibile espletare il parto per la via vaginale.
Il taglio cesareo è elettivo quando viene eseguito al di fuori del travaglio di parto, a termine di gravidanza, per una condizione materna o fetale che rende impossibile il parto spontaneo come ad esempio placenta previa maggiore (placenta che ricopre totalmente o parzialmente l’orifizio uterino interno), presentazione podalica o trasversa, diabete gestazionale materno con macrosomia fetale (peso del feto maggiore a 4500 grammi), gravidanza gemellare monocoriale mono amniotica o con primo gemello podalico.
Il taglio cesareo, invece, viene eseguito in urgenza/ emergenza quando si presenta una patologia improvvisa che comporta sofferenza fetale.
Se il bambino non viene fatto nascere entro pochi minuti dal momento in cui si verifica l’evento acuto va incontro a gravi conseguenze irreversibili: in questi casi, il ritardo nell’espletamento del taglio cesareo provoca una diminuzione della quantità di ossigeno necessaria.
La riduzione dello stato di ossigenazione comporta l’encefalopatia ipossico ischemica ovvero deficit neurologici dovuti alla riduzione dell’apporto di ossigeno.
Indicazioni al taglio cesareo in emergenza
Il taglio cesareo in emergenza /urgenza è indicato in tutte quelle condizioni per le quali si ha una riduzione dell’apporto di sangue ossigenato dal distretto materno a quello fetale e che provocano sofferenza fetale, rilevabile con la cardiotocografia (tecnica che permette di rilevare e registrare su carta il battito cardiaco fetale).
Si è in presenza di sofferenza fetale quando il tracciato cardiotocografico mostra una riduzione della frequenza cardiaca di base (bradicardia), riduzione della variabilità del battito (continua normale irregolarità del ritmo cardiaco intorno alla linea di base) e decelerazioni frequenti (riduzione del battito cardiaco), perciò è importante saperlo interpretare per prendere decisioni riguardo alla nascita del feto.
Le cause responsabili di sofferenza fetale sono:
- distacco intempestivo di placenta: la placenta si stacca dalla sua sede di inserzione durante la gravidanza o il travaglio di parto. La placenta, se si stacca dalla parete uterina, non è più in grado di adempiere alla sua funzione ovvero di provvedere agli scambi di nutrienti e sangue ossigenato tra madre e feto. Il feto, quindi, non riceve abbastanza ossigeno
- placenta previa: impianto della placenta a livello del segmento uterino inferiore (SUI). Il segmento uterino inferiore a termine di gravidanza si distende e la placenta, essendo anelastica, si stacca dalla sua sede e, secondo lo stesso principio del distacco di placenta, il feto non riceve l’adeguato apporto di ossigeno
- rottura d’utero: causa sofferenza fetale. Il feto può essere espulso in cavità addominale
- prolasso del cordone ombelicale: un’ansa del cordone ombelicale si trova tra la testa del feto e il bacino materno. Il cordone ombelicale, quindi, risulta essere compresso tra la testa e il bacino e ciò comporta una limitazione dell’ossigenazione fetale considerando che il cordone ombelicale contiene la vena che trasporta sangue ossigenato al feto
- arresto della progressione del travaglio di parto che si può verificare a causa di sproporzione feto pelvica o presentazioni anomale del feto; ne consegue un travaglio prolungato che provoca sofferenza fetale
- fallimento dell’induzione del travaglio di parto.
Comportamento medico in caso di taglio cesareo d’urgenza
Si parla di colpa medica quando non viene eseguito tempestivamente il taglio cesareo nel momento in cui insorge una complicanza che comporta sofferenza fetale e per la quale è indicato l’espletamento del parto.
Il ritardo nell’esecuzione del taglio cesareo può comportare la morte del bambino ma anche danni cerebrali irreversibili a causa della riduzione della sua ossigenazione.