TRAUMI DA PARTO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Il trauma è una lesione prodotta dall’azione violenta di una causa esterna.
Nello specifico il trauma da parto viene definito come il danno di origine traumatica e/o ipossica subito dal neonato durante il periodo del travaglio e del parto.
L’incidenza di questi traumi è andata incontro ad una netta riduzione negli ultimi anni grazie ai grandi progressi in campo ostetrico e ad un aumento del taglio cesareo. È fondamentale l’individuazione precoce del trauma e il tempestivo trattamento, qualora fosse necessario, per limitare i danni.
Quali sono le cause più frequenti che provocano traumi da parto
I fattori predisponenti per i traumi da parto sono diversi e possono riguardare la dimensione del feto e la sua posizione rispetto al canale del parto, l’anamnesi materna e l’andamento del travaglio e/o parto:
- sproporzione cefalo-pelvica;
- presentazioni anomale (la testa del neonato alla nascita non è posizionata correttamente);
- prematurità;
- parto precipitoso o prolungato;
- primiparità (prima gravidanza);
Classificazione dei traumi da parto
Il trauma può riguardare una qualsiasi parte del corpo del neonato.
Si possono verificare lesioni alla testa (extracraniche ed endocraniche), lesioni nervose, fratture e lesioni dei tessuti molli.
Di seguito sono elencati più nel dettaglio i traumi più comuni:
a) lesioni extracraniche:
- abrasioni del cuoio capelluto sono di solito superficiali e privi di complicanze, possono verificarsi durante i parti operativi (per esempio a seguito di utilizzo di ventosa);
- caput succedaneum o “tumore da parto” è una raccolta di liquido interstiziale che si forma nel momento in cui si rompono “le acque” (membrane) e la testa fetale preme sul collo uterino durante il travaglio di parto. Si presenta alla nascita, ha una tipica consistenza pastosa. Maggiori sono i tempi del travaglio e del periodo espulsivo più questo può essere accentuato;
- emorragia sottogaleale è il risultato di un trauma più importante ed è caratterizzata da un ematoma che si forma nello spazio tra periostio e il tessuto fibroso che riveste la parte superiore del cranio (la galea aponeurotica) e si manifesta nelle prime ore dopo la nascita. Questo spazio potenziale, sotto il cuoio capelluto, è grande e può portare ad una significativa perdita di sangue e uno shock emorragico. Il trattamento è di supporto nella maggior parte dei casi;
- cefaloematoma è una raccolta di sangue, che si può formare alla nascita del bambino, tra la superficie di un osso cranico e il periosto (membrana che riveste la superficie esterna dell’osso). Il cafaloematoma non è presente alla nascita ma si sviluppa gradualmente entro 2-3 giorni dalla nascita, nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente entro 2-3 giorni raramente può impiegare diverse settimane e anche mesi per risolversi del tutto;
b) lesioni endocraniche:
l’emorragia può verificarsi in diversi distretti del sistema nervoso centrale. Le emorragie più gravi ma meno frequenti sono quelle che si sviluppano negli spazi subaracnoideo o subdurale, nel parenchima cerebrale o nei ventricoli.
Le emorragie all’interno del cranio si possono verificare nei neonati sani ma sono più frequenti fra quelli nati prematuramente.
Le principali cause sono l’ipossia-ischemia, le variazioni della pressione arteriosa e le pressioni esercitate sulla testa durante il travaglio. I disturbi ematologici (come carenza di vitamina K, emofilia…) aumentano il rischio di emorragia.
I sintomi nel neonato che fanno sospettare un’emorragia sono: apnea, convulsioni, letargia o un esame neurologico anormale. In questi casi, il neonato deve essere sottoposto ad esami di imaging del cranio per poter individuare tipo e dimensione dell’emorragia e presenza di fratture.
Tra questi esami il più sensibile e rapido per identificare presenza di sangue negli spazi subdurali e lesioni ossee è la Tocografia Computerizzata (TAC).
Altri esami sono l’ecografia cerebrale e la risonanza Magnetica.
È necessario individuare e correggere qualsiasi anomalia della coagulazione.
Il trattamento è di supporto, ma in caso di rapido sanguinamento progressivo con compressione delle strutture vitali intracraniche e segni di peggioramento clinico, è necessario il drenaggio neurochirurgico dell’ematoma;
c) lesioni nervose:
- lesione del nervo facciale è quella più comune, può essere dovuta all’utilizzo di forcipe e ventosa al momento del parto oppure ad un’importante compressione dovuta al posizionamento del feto in utero. Non è richiesto alcun esame o trattamento per la lesione periferica del facciale, si risolve generalmente nei primi 2-3 mesi;
- lesioni del plesso brachiale (per esempio di Erb o di Klumpke) sono successive a uno stiramento laterale del collo durante il parto sono spesso conseguenza di una distocia della spalla o estrazione podalica. La compressione intrauterina può anche esserne la causa. La prognosi dipende dal tipo e dalla sede del danno sulla radice del nervo.
Fratture più comuni tra i traumi da parto del neonato
Le fratture più comuni sono quelle della clavicola, dell’omero e del femore. Solitamente si verificano a seguito di una distocia di spalla, estrazione podalica o malposizionamento fetale al parto, si possono comunque verificare in assenza di complicanze.
Il diabete materno, la conseguente macrosomia fetale e la sproporzione feto-pelvica possono aumentare il rischio di fratture.
Il neonato appare talvolta irritabile e impossibilitato nel muovere il braccio/gamba interessato/a, anche quando stimolato con riflesso di Moro.
La maggior parte delle fratture guarisce rapidamente (entro un mese circa il rimodellamento dell’osso è completo) e senza complicanze.
Più rare sono invece le fratture craniche, che possono comportare emorragie endocraniche/extracraniche con conseguente sintomatologia neurologica, la cui gravità dipenderà dalla sede, dalla dimensione e dalla tempestività del trattamento.
Lesioni dei tessuti molli più frequenti tra i traumi da parto
I tessuti molli del neonato sono spesso sede di trauma al momento del parto soprattutto nei casi di malpresentazione fetale (per esempio nella presentazione di faccia o nella presentazione podalica).
Le zone maggiormente colpite da trauma sono quelle sottoposte all’azione delle contrazioni uterine durante il travaglio.
Il trauma dei tessuti molli si può presentare come edema o ecchimosi in diverse parti del corpo.
Le sedi più frequenti sono: i tessuti facciali e periorbitali, lo scroto e le grandi labbra.
Con la formazione dell’ematoma, e quindi con l’infiltrazione di sangue nei tessuti, si verifica un aumento della bilirubina, in alcuni casi è necessaria la fototerapia per curare l’iperbilirubinemia, raramente (solo per casi molto gravi) una trasfusione.
Errori medici che possono causare traumi da parto
I possibili errori che i medici possono compiere e così causare traumi da parto al neonato sono:
- errato utilizzo del forcipe e/o ventosa ostetrica;
- eccessive trazioni del neonato durante il parto in particolare nei casi di distocia di spalla o estrazione podalica
- mancata diagnosi di una lesione da parto con conseguenti peggioramenti del quadro clinico
- errata gestione e/o trattamento delle lesioni
- mancata prescrizioni di esami diagnostici per valutare gravità del quadro clinico