INFEZIONE DA PSEUDOMONAS
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Lo pseudomonas è un patogeno che provoca delle infezioni che possono interessare diversi organi e apparati e provocare delle complicanze in base al sito interessato. Queste infezioni, se contratte, aumentano notevolmente il rischio di mortalità del paziente.
La maggior parte delle infezioni da pseudomonas vengono contratte sia da adulti che bambini in ambiente ospedaliero soprattutto nei casi di lungo degenza e in seguito a delle procedure invasive. La messa in atto delle norme di buona pratica clinica, l’utilizzo di misure antisepsi e di sterilità da parte dei professionisti e l’igiene degli ambienti ospedalieri riduce notevolmente il rischio di contrarre queste infezioni.
Quando si viene contagiati da infezioni nosocomiali (cioè durante la degenza ospedaliera o durante lo svolgimento di una visita) è possibile chiedere il risarcimento dei danni all’ospedale che è responsabile delle sue carenze organizzative, del mancato rispetto dei protocolli e degli ipotetici sbagli del personale. In questo caso sarà opportuno rivolgersi ad un avvocato esperto in malasanità che valuti se vi sia o meno possibile chiedere i danni all’Ospedale.
Cos’è lo pseudomonas e che tipo di infezioni provoca
Gli pseudomonas sono dei bacilli gram negativi e dei patogeni opportunisti e sono causa delle maggior parte delle infezioni nosocomiali ovvero di quelle infezioni che si contraggono negli ambienti ospedalieri. I patogeni opportunisti sono microrganismi innocui e determinano una malattia solo nei soggetti che presentano delle basse difese immunitarie o che sono compromessi.
Sono più a rischio delle infezioni provocate da pseudomonas i pazienti ricoverati, sia neonati che adulti, che sono sottoposti a ventilazione assistita, che hanno subito delle ustioni, che presentano uno stato debilitante cronico e che hanno delle basse difese immunitarie.
A seconda dalla vulnerabilità del paziente e dal sito corporeo esposto, l’infezione può presentarsi in diverse sedi anatomiche come a livello cutaneo se vi è una ferita o un’ustione perché rappresenta una porta di ingresso per i batteri, nelle ossa, nell’apparato urinario soprattutto in quei pazienti ai quali sono stati posizionati cateteri vescicali, nei polmoni nei pazienti sottoposti per lungo tempo a ventilazione meccanica e a livello cardiaco.
Le forme più lievi dell’infezione colpiscono la cute, l’orecchio e gli occhi mentre le forme più gravi interessano il cuore, i polmoni, il sistema nervoso centrale e il sangue.
Il primo segno di infezione da pseudomonas è la sepsi. La sepsi rappresenta una grave disfunzione d’organo causata da una risposta dell’organismo all’infezione ed è una condizione clinica di elevata gravità che aumenta il rischio di morte del paziente che ne è affetto.
La sepsi è una patologia tempo dipendente per cui è fondamentale una gestione immediata per salvare il paziente; in mancanza di una gestione immediata la sepsi può evolvere in shock settico.
Risulta essenziale individuare la patologia in breve tempo. Un eventuale errore del medico o dell’Ospedale per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare anche a gravi complicanze per il paziente, essere causa di danni e persino del suo decesso.
Lo shock settico è caratterizzato da un insufficiente apporto di sangue e ossigeno ai tessuti come risultato di una disfunzione della circolazione sanguigna. È importante ricercare i segni e i sintomi di danno d’organo in tutti i pazienti con un’infezione accertata o sospetta, mentre nei pazienti con danno d’organo non altrimenti spiegabile ricercare segni/sintomi di infezione presunta o accertata per poter confermare o escludere la diagnosi di sepsi/shock settico. Per fare diagnosi di sepsi è infatti necessaria la copresenza di infezione e danno d’organo.
Alcune infezioni da pseudomonas possono causare batteriemia che consiste nella presenza di batteri a livello dei vasi sanguigni, attraverso i quali possono essere trasportati e provare l’infezione di diversi organi e apparati. La causa di batteriemia da pseudomonas è da ricercarsi nella somministrazione di fluidi per via endovenosa attraverso le flebo: i farmaci o i fluidi che vengono somministrati possono essere contaminati o il professionista che ha posizionato l’accesso venoso non ha praticato la disinfezione della cute prima del suo inserimento.
Per evitare questa evenienza prima di procedere alla somministrazione di flebo si deve verificare la loro integrità, sterilità e la data di scadenza. L’accesso venoso deve essere posizionato previa accurata igiene delle mani e disinfezione della cute con antimicrobico. Il catetere venoso periferico deve essere sterile.
Lo pseudomonas è presente nel terreno e nell’acqua come piscine, lavandini, water, anche in quelli ospedalieri se non adeguatamente e frequentemente disinfettati.
Sono più a rischio di contrarre un’infezione da pseudomonas bambini e adulti ricoverati in ospedale, che sono deboli a causa di gravi malattie debilitanti, i pazienti che soffrono di fibrosi cistica o di diabete, coloro che hanno delle basse difese immunitarie e i pazienti con tumori.
In presenza di fattori di rischio, bisogna verificare tutto quanto fatto, o non fatto, dai medici o dagli infermieri. Un passaggio fondamentale se ci si trova davanti ad un caso di malasanità. Un medico legale, anche coadiuvato da un medico specialista e da un avvocato, può capire se vi sia stato un errore nella gestione ospedaliera o nel trattamento di profilassi e, di conseguenza, se c’è responsabilità dell’Ospedale (o del Pronto Soccorso, Asl, Asst, Ats) o della Clinica privata.
Come si contrae l’infezione da pseudomonas
L’infezione da pseudomonas viene maggiormente contratta in ambito ospedaliero e prevalentemente sono più suscettibili i pazienti ricoverati da più settimane.
Le fasi in cui avviene l’infezione sono:
- attacco dell’agente patogeno: il microrganismo penetra nell’organismo dell’ospite dove comincia a moltiplicarsi e a colonizzare. Una delle vie di penetrazione dell’agente patogeno è rappresentata dai cateteri venosi periferici, in particolare quando non vengono rispettate da parte del personale sanitario le tecniche di asepsi durante il posizionamento. Prima di inserire il catetere venoso periferico deve essere disinfettata la cute per evitare che i microrganismi presenti sulla superficie cutanea siano convogliati nel circolo sanguigno. Il presidio utilizzato deve essere sterile così come anche i fluidi che vengono somministrati;
- infezione: l’infezione comincia a manifestarsi nel sito corporeo che per primo è stato attaccato dall’agente patogeno;
- passaggio nel sangue: quando l’agente patogeno si trova nel sangue può infettare anche altri organi e apparati, dove viene trasportato attraverso il circolo ematico;
- malattia sistemica: dopo che l’agente patogeno ha colonizzato anche altri organi e apparati si parla di malattia sistemica ovvero che coinvolge tutto l’organismo; il paziente presenterà segni di disfunzione multiorgano.
La diagnosi e trattamento dell’infezione da pseudomonas
I segni e i sintomi dell’infezione da pseudomonas variano in base all’apparato e/o all’organo colpito:
- difficoltà di movimento;
- secrezioni oculari purulente;
- eritema;
- febbre;
- cianosi;
- disidratazioni;
- fastidi addominali;
- ascessi;
- noduli sottocutanei;
- emorragie.
Per poter confermare che si tratta di un’infezione da pseudomonas deve essere eseguita una coltura di sangue o di altri liquidi corporei grazie alle quali è possibile identificare il microrganismo responsabile dell’infezione.
La coltura si esegue attraverso un prelievo di sangue venoso utilizzando due diverse provette (una per i microrganismi aerobi e l’altra per gli anaerobi) o con l’esame delle urine o l’esecuzione di tamponi in corrispondenza delle cavità corporee come la cavità orale, il naso, la vagina, il retto.
Dopo aver eseguito questi prelievi vengono analizzati dal laboratorio con appositi macchinari che permettono di isolare il microrganismo. Dopo aver identificato il microrganismo vengono eseguiti dei test facendo reagire quest’ultimo con diversi antibiotici in modo da identificare a quali risulta essere sensibile e ai quali dimostra avere resistenza. Sulla base di questo test, noto come antibiogramma, è possibile definire la terapia antibiotica efficace per il trattamento dell’infezione.
In base alla sede dell’infezione gli antibiotici possono essere somministrati per via orale o per via endovenosa; in quei casi i cui si vuole ottenere un effetto per lo più immediato e/o se il paziente non è cosciente per assumere terapia per bocca, è consigliabile la via endovenosa.
Nei casi più gravi può essere necessario utilizzare più antibiotici e nei casi in cui l’infezione coinvolge il cuore potrebbe essere necessario un intervento che prevede la sostituzione delle valvole cardiache o procedere ad un’amputazione in presenza di tessuto necrotico.
Qualora vi siano i presupposti, il paziente – o gli eventuali eredi (marito, moglie, genitori, figlia, figlio ecc.) in caso di decesso – potrebbero chiedere il risarcimento dei danni per essere stati vittime di un caso di malasanità a causa di una diagnosi sbagliata, errata, tardiva oppure di una cura sbagliata o errata o di una terapia non tempestiva o inefficace. Lo studio legale o l’avvocato, preferibilmente specializzati in danni da responsabilità medica, insieme al proprio medico legale, valuteranno se vi sia o meno la possibilità di chiedere i danni all’Ospedale, all’Assicurazione e ai medici coinvolti.
La valutazione di quali danni nel caso concreto si possano chiedere rimane dell’avvocato e del medico legale, ad esempio il danno patrimoniale (ossia per le spese effettuate o per i guadagni persi) o il danno non patrimoniale (come il danno biologico per inabilità temporanea o invalidità permanente, il danno morale o, nei casi, più gravi il danno da morte o da perdita di chance di guarigione o di sopravvivenza).
Infezione da Pseudomonas e possibili errori medici
Le infezioni da pseudomonas vengono maggiormente contratte in ambiente ospedaliero. Questo microrganismo lo si ritrova principalmente nei lavandini, nelle soluzioni antisettiche e nei recipienti per urine e i pazienti maggiormente a rischio di contrarre l’infezione sono quelli ospedalizzati da molto tempo e/o che sono sottoposti a procedure invasive quali ventilazione meccanica, posizionamento di cateteri venosi e vescicali ma anche interventi chirurgici. Ad ogni modo, tale infezione non deve essere pensata come un’infezione correlata al ricovero bensì è correlata all’assistenza.
L’infezione da pseudomonas è quindi un’infezione nosocomiale che può essere prevedibile ed evitabile motivo per cui in ogni struttura ospedaliera dovrebbero essere presenti dei protocolli per il contrasto e la prevenzione di quest’ultime.
I protocolli sulle infezioni nosocomiali prevedono delle adeguate misure per garantire la sterilità degli ambienti dai semplici reparti di degenza alle sale operatorie. Il personale sanitario ha il dovere di eseguire le procedure invasive utilizzando materiali e strumenti sterilizzati.
Per sterilizzazione si intende quel processo caratterizzato da una serie di azioni il cui fine è quello di eliminare qualsiasi tipo di microrganismo presente. È raccomandato, inoltre, il frequente lavaggio delle mani prima e dopo aver prestato assistenza al paziente.
L’infezione da pseudomonas può essere conseguenza di una scorretta gestione o di una scadente qualità delle procedure sanitarie attuate.
Prevenzione e controllo dell’infezione da pseudomonas: linee guida e responsabilità
Le infezioni da pseudomonas, in quanto infezione correlata all’assistenza, rappresenta un evento avverso dell’assistenza sanitaria in quanto contribuisce ad un prolungamento del periodo di ricovero, ad un aggravamento delle condizioni cliniche e aumenta il rischio di mortalità e morbosità del paziente che la contrae.
La sicurezza e la salute dei pazienti è garantita attraverso la prevenzione e il controllo di queste infezioni e nella limitazione della diffusione dei microrganismi antibiotico resistenti quale, per l’appunto, lo pseudomonas.
La gestione dell’infezione da pseudomonas, in quanto microrganismo resistente agli antibiotici (i carbapenemi), è difficoltosa proprio perché ha sviluppato tale resistenza che riduce le possibilità di successo del trattamento; per tale motivo si rende fondamentale l’implementazione di procedure atte a contenere la diffusione di questi microrganismi.
A tal fine, il Ministero della Salute ha tradotto delle linee guida per la prevenzione e il controllo delle infezioni correlate all’assistenza tra le quali rientrano quelle sostenute dallo pseudomonas.
L’obiettivo delle linee guida è quello di fornire ai professionisti sanitari delle raccomandazioni (che in totale sono otto) per il riconoscimento precoce dell’infezione e sulle pratiche da mettere in atto per la prevenzione e il controllo della loro diffusione.
Tali raccomandazioni rappresentano un contributo alla diffusione di un’assistenza sanitaria efficace, di qualità e sicura, in particolare per quanto riguarda le norme correlate all’acqua e ai servizi igienico-sanitari considerando che la trasmissione di questi microrganismi avviene attraverso quest’ultime.
È di fondamentale importanza che la struttura sanitaria, sia pubblica che privata, abbia delle linee guida per la prevenzione e il controllo delle infezioni basate sulle evidenze scientifiche così da poter definire degli standard di cura e individuare la buona pratica clinica.
Sia i professionisti sanitari che i medici devono essere formati e informati sulle linee guida introdotte e ogni qualvolta queste vengano aggiornate così da poter svolgere il loro operato in conformità a quest’ultime. I vertici della struttura sanitaria devono invece supportare i programmi per il controllo e la prevenzione delle infezioni attraverso il supporto amministrativo ed organizzativo.
Per l’implementazione delle linee guida sulla prevenzione e controllo delle infezioni deve essere migliorata l’allocazione delle risorse, l’approvvigionamento e l’accessibilità ai materiali quali attrezzature, strumenti utili per il laboratorio di microbiologia, disponibilità e quantità dell’acqua. Deve esservi una disponibilità adeguata e un corretto posizionamento dei dispositivi di protezioni individuale in modo che possano essere facilmente accessibili.
Le azioni principali per il controllo e la prevenzione delle infezioni sono:
- l’igiene delle mani;
- l’utilizzo delle precauzioni da contatto;
- l’isolamento del paziente;
- monitoraggio e audit regolari che consentono di avere un feedback delle pratiche sanitarie e di migliorarle o modificarle ove possibile.
Gli enti nazionali e subnazionali devono coordinare gli esperti e i professionisti per lo sviluppo di approcci standardizzati di sorveglianza.
Nei pazienti a rischio deve essere eseguito uno screening di sorveglianza per determinarne la gravità del rischio. Questo screening di sorveglianza deve essere eseguito il prima possibile dopo il ricovero o dopo l’esposizione a rischio in modo tale da evitare dei ritardi nell’identificazione del microrganismo e di conseguenza del trattamento dell’infezione.
Lo screening insieme alla sorveglianza sono necessari per guidare le misure di controllo e prevenzione delle infezioni.
In tutti i laboratori di microbiologia deve essere eseguito di routine l’esecuzione del test per verificare la resistenza del microrganismo all’antibiotico (i carbapenemi).
È fondamentale la compliance ai protocolli di pulizia ambientale. In presenza di focolai è necessaria la temporanea chiusura del reparto per l’esecuzione di una pulizia potenziata.
Un pilastro fondamentale per la prevenzione e il controllo delle infezioni è un’adeguata pulizia di routine degli ospedali per questo motivo è essenziale seguire dei protocolli standard di pulizia con maggiore attenzione alla zona che sta intorno al paziente infetto poiché un ambiente sanitario contaminato favorisce la trasmissione di microrganismi. Si evidenza perciò l’importanza della pulizia, disinfezione e sterilizzazione nelle linee guida dell’organizzazione mondiale della sanità.
I manager devono mostrare un supporto tangibile, devono prendere delle decisioni e rafforzare la cultura che sostenga le raccomandazioni per la prevenzione e il controllo delle infezioni.
In mancanza tutta la struttura ospedaliera può essere chiamata a rispondere per il risarcimento dei danni da malasanità eventualmente patiti da pazienti infetti, e dai loro familiari.
Di seguito le otto raccomandazioni fondamentali:
- implementazione di strategie di prevenzione e controllo delle infezioni: igiene delle mani, sorveglianza, precauzioni da contatto, isolamento del paziente (stanza singola o cohorting) e pulizia dell’ambiente;
- importanza della compliance all’igiene delle mani per il controllo delle infezioni.
Devono essere procurate e fornite in maniera affidabile le risorse necessarie per garantire la corretta igiene delle mani: soluzioni per la frizione alcolica in ogni ambiente dell’ospedale e soprattutto presso un punto di cura, acqua, sapone e materiale per asciugare le mani monouso. Tutti gli operatori devono essere informati sull’importanza dell’igiene delle mani e devono essere presenti in corrispondenza dei lavandini e delle postazioni per la frizione alcolica delle mani dei promemoria che ne ricordano l’importanza;
- sorveglianza dell’infezione ed esecuzione di colture di sorveglianza per rilevare la colonizzazione asintomatica da microrganismi patogeni quali pseudomonas.
Questa terza raccomandazione serve per capire quali pazienti si ammalano in modo tale da distribuire le risorse dove vi è realmente necessità ed iniziare ad adottare le misure per il controllo dell’infezione in pazienti con segni e sintomi sospetti;
- precauzioni da contatto;
- isolamento del paziente in stanza singola o raggruppare più pazienti con la stessa infezione in un’unica stanza (cohorting);
- pulizia dell’ambiente: tutti i mobili dovrebbero essere facilmente pulibili, sono da eliminare quelli danneggiati poiché impediscono un’adeguata pulizia. Le evidenze affermano che la pulizia dell’ambiente contribuisce a ridurre la carica microbica di tutti i microrganismi multiresistenti;
- colture di sorveglianza per la colonizzazione/contaminazione ambientale. I campioni devono essere raccolti non appena possibile (al momento del ricovero o in seguito all’esposizione al rischio) e settimanalmente fino al momento della dimissione o quando le colture si negativizzano;
- monitoraggio, audit e feedback. Il monitoraggio delle tecniche utilizzate per il monitoraggio e controllo delle infezioni ha lo scopo di incoraggiare il miglioramento della cura del paziente e degli obiettivi di qualità e di promuovere l’apprendimento attraverso l’esperienza in una cultura istituzionale non punitiva.
Il personale deve essere ben informato su queste raccomandazioni la quale è fondamentale per la riuscita e l’affidabilità della loro implementazione così come non deve essere trascurata l’importanza di un’adeguata comunicazione al paziente.