LISTERIOSI
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
La listeriosi è un’infezione provocata da un batterio che se contratta in gravidanza può determinare aborto spontaneo e nascita prima del termine di gravidanza. Il neonato la cui mamma ha contratto in gravidanza l’infezione da listeriosi può essere già morto al momento della nascita poiché il batterio responsabile passa dal distretto materno a quello fetale attraverso la placenta o in seguito alla rottura delle membrane.
Il neonato può anche presentare delle gravi forme di infezione e deficit a lungo termine. Se l’infezione viene diagnosticata e trattata il bambino nasce sano.
Un errore del ginecologo o dell’ostetrica o dell’Ospedale per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare, nei casi più gravi, anche al decesso del feto, neonato o bambino, e la morte costituisce la lesione maggiore del bene giuridico della vita. In questi casi anche i familiari della vittima di malasanità potrebbero avere diritto al risarcimento del danno, in particolare il marito i genitori, i fratelli o le sorelle, i nonni o gli eredi.
Cos’è la listeriosi e come si contrae
La listeriosi è provocata da un batterio che è resistente ad alte temperature (fino a 45°) e a basse temperature (almeno 1°) in concentrazioni che presentano un pH basico e contrazioni elevate di sale.
La listeriosi viene contratta attraverso l’ingestione di cibi infetti quali formaggi freschi, patè, carne poco cotta, crudi vegetali ecc. Ad ogni modo, la listeriosi nei cibi può essere eliminata con la pastorizzazione e attraverso agenti disinfettanti.
Questa infezione coinvolge maggiormente i soggetti che presentano delle basse difese immunitarie:
- la donna gravida;
- il neonato;
- gli anziani.
Una volta che l’alimento contaminato dal batterio della listeriosi viene ingerito passa dall’intestino al fegato dove i macrofagi neutralizzano l’infezione, inoltre il batterio viene immesso nella circolazione sanguigna attraverso la quale viene trasportato agli altri organi, danneggiandoli.
In gravidanza il batterio della listeriosi viene trasportato attraverso il sangue alla placenta e da qui al feto nel quale provoca una malattia infettiva.
La listeriosi ha un periodo di incubazione minimo di un giorno e massimo di 3 settimane, può presentarsi in forma asintomatica o con gastroenterite e sindrome influenzale. Nella futura mamma, la listeriosi deve essere sospettata quando si ha un rialzo febbrile, infezione delle membrane amniocoriali e insorgenza del travaglio prima del termine di gravidanza.
Il sistema immunitario dell’individuo affetto da listeriosi, i fattori di virulenza e la dimensione dell’inoculo caratterizzano la diffusione e la gravità dell’infezione.
Le complicanze, diagnosi e trattamento della listeriosi nel neonato
Nel caso in cui la mamma presenta l’infezione da listeriosi questa può essere trasmessa al feto sia attraverso la placenta che in seguito alla rottura delle membrane amniocoriali. In entrambi i casi il batterio passa dal distretto materno a quello fetale infettando il feto e comportando delle complicanze.
Il neonato al quale è stata trasmessa la listeriosi può presentare una forma di infezione precoce e una tardiva le quali variano per durata e intensità.
La forma precoce dell’infezione in genere compare entro le 48 ore di vita del bambino ed è caratterizzata da manifestazioni cliniche tipiche della sepsi con particolare coinvolgimento del sistema respiratorio: polmonite e problemi respiratori, ma anche meningite (infezione delle membrane che rivestono e proteggono il sistema nervoso centrale).
La maggior parte dei neonati che presentano la forma precoce dell’infezione da listeriosi sono nati prima del termine di gravidanza. I neonati prematuri sono maggiormente a rischio di complicanze rispetto ai neonati a termine poiché non hanno ancora completato lo sviluppo strutturale e funzionale degli organi, i quali sono più suscettibili. Il batterio della listeriosi è responsabile dell’insorgenza del parto prematuro poiché la sua presenza determina la contrattilità delle fibrocellule della muscolatura dell’utero.
La forma precoce può anche determinare altre complicanze quali:
- gastroenterite;
- sepsi;
- rash cutanei;
- congiuntiviti;
- mioendocardite.
La forma tardiva dell’infezione si manifesta invece dopo il settimo giorno di vita del bambino con febbre e malessere generale, sintomi generali che possono mascherare per diversi giorni l’infezione da listeriosi; in altri casi si presenta con febbre elevata, irritabilità e segni meningei o con colite, sepsi e diarrea.
Le forme precoci sono più gravi rispetto a quelle tardive poiché quelle precoci, nel 25 % dei, casi esitano con il decesso del neonato a differenza delle forme tardiva in cui il decesso si registra in misura minore (15 %). La listeriosi può anche esitare con deficit a lungo termine per il bambino che interessano il sistema nervoso come ritardo mentale e idrocefalo soprattutto se l’infezione ha provocato una meningite.
La diagnosi consiste nell’esecuzione di esami di laboratorio che vanno alla ricerca del batterio responsabile della listeriosi: coltura del sangue, liquor, urina e tamponi superficiali. Gli esami colturali, se risultano essere positivi, devono essere ripetuti ogni giorno finché non si negativizzano.
Se il bambino presenta i sintomi dell’infezione da listeriosi devono essere eseguiti ulteriori esami di approfondimento come l’ecografia cerebrale, cardiaca, addominale o la TAC per rilevare il danno d’organo.
Per quanto riguarda il trattamento, la listeriosi può essere curata con gli antibiotici con diversi dosaggi in base all’entità del quadro clinico.
Essenziale, in questa fase, risulterà l’esame della documentazione medica tra cui le analisi e gli esami prescritti, i medicinali assunti, la cartella clinica e il consenso informato. È consigliabile conservare questa documentazione per favorire la gestione di un’eventuale pratica di risarcimento dei danni. In caso contrario il paziente o i suoi eredi hanno sempre diritto a chiedere copia dei referti che devono essere rilasciati dalla struttura previo rimborso dei costi di copia.
La listeriosi nel neonato ed i possibili errori medici
Per evitare l’infezione da listeriosi è fondamentale la prevenzione che deve essere fatta sin dalla gravidanza dal ginecologo, considerando il fatto che questa infezione può essere trasmessa da mamma a figlio.
In un primo momento, il ginecologo, deve informare la futura mamma delle misure da utilizzare per evitare le malattie trasmesse dal cibo, le norme igieniche per la manipolazione e cottura degli alimenti.
La listeriosi deve essere sospettata dal ginecologo quando sussistono i seguenti fattori di rischio:
- un aumento della temperatura corporea della mamma;
- la gravidanza è complicata da infezione delle membrane (corionamniosite);
- rottura prematura delle membrane;
- insorgenza del travaglio di parto prima del termine di gravidanza.
Nel caso di sospetto, il ginecologo deve prescrivere gli esami colturali per la ricerca della listeriosi e in caso di positività somministrare la terapia antibiotica adeguata.
La mancata esecuzione di questi step rappresenta un errore poiché l’infezione viene trasmessa al feto: simili omissioni, infatti, impediscono la diagnosi efficace dell’infezione e possono far sorgere complicanze gravi per il bambino e, di conseguenza, il diritto a chiedere il risarcimento dei danni con l’intervento di un avvocato esperto in malasanità.
Il ginecologo, quindi, in caso di sospetto di infezione, al fine di limitare il rischio di trasmissione al feto, deve provvedere a trattare l’infezione materna.
Il bambino che contrae la listeriosi presenterà un’infezione (polmonite, meningite, sepsi, gastroenterite) che, in base all’entità, può esitare in deficit neurologici a lungo termine o nel decesso.
Il pediatra deve riconoscere le forme precoci e tardive della listeriosi e prescrivere la terapia più adeguata al fine di evitare questi esiti avversi per il bambino. Il pediatra, inoltre, non sottovalutare i neonati la cui mamma ha un’anamnesi sospetta di infezione. La difficoltà diagnostica e terapeutica della listeriosi nel neonato è infatti legata alla scarsa attenzione che viene posta nei confronti delle infezioni materne.
Considerando che il bambino con listeriosi può riportare dei danni neurologici deve essere seguito nel tempo dal pediatra il quale deve prestare attenzione allo sviluppo neuromotorio e cognitivo.
Misure per la prevenzione e il controllo della listeriosi
La prevenzione della listeriosi consiste nell’adozione di precise precauzioni alimentari:
- adeguata manipolazione degli alimenti;
- fare attenzione alla cottura dei cibi;
- evitare formaggi freschi, patè, carne poco cotta, crudi vegetali ecc.;
- scegliere gli alimenti nei quali è riportata la dicitura “preparato con latte pastorizzato” poiché la pastorizzazione elimina la listeriosi;
- corretta conservazione degli alimenti;
- lavare adeguatamente frutta e verdura.