LA VAGINOSI BATTERICA IN GRAVIDANZA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La vaginosi batterica è un’infezione data da uno squilibrio della flora batterica vaginale, in cui un microrganismo patogeno (come la gardnerella o il mycoplasma) prende il sopravvento sugli altri.
Tutto ciò che causa un’alterazione della microflora batterica, come ad esempio l’utilizzo di antibiotici o un aumento del pH vaginale, può determinare la vaginosi batterica. La frequente esecuzione di lavande vaginali aumenta il rischio di contrarre la questa patologia; anche l’utilizza di saponi intimi inadatti e aggressivi o deodoranti locali possono essere responsabili dell’infezione.
Lo stress può essere un fattore che facilita l’insorgenza di vaginosi batterica, così come in minore parte può influire anche l’utilizzo di un dispositivo intrauterino (IUD).
Complicanze della vaginosi batterica
Le complicanze fetali legate alla vaginosi batterica sono comuni a quelle di molte altre infezioni in gravidanza, come nel caso di infezione delle vie urinarie, e sono:
- aborto (nel secondo trimestre di gravidanza);
- morte endouterina;
- parto pretermine;
- rottura prematura delle membrane amniocoriali (PROM).
È importante che il rischio di andare incontro a tali complicanze non venga sottovalutato, perché anche se si tratta di una patologia comune, le complicanze fetali di una vaginosi batterica in gravidanza possono essere tali da rappresentare un serio pericolo per la vita del bambino.
Vanno inoltre considerate anche le complicanze che questa infezione può implicare per la madre, se non viene trattata, come l’endometrite; questa infiammazione dell’endometrio, cioè della mucosa interna all’utero, colpisce in particolare le donne nel postpartum, che sono maggiormente a rischio in presenza di vaginosi batterica.
Inoltre, questa patologia può comportare l’insorgenza di un rischio per lo sviluppo di una malattia infiammatoria pelvica (PID), un’infiammazione che colpisce gli organi riproduttivi che può causare gravi complicanze alla donna affetta.
Fattori di rischio della vaginosi batterica
I fattori di rischio per vaginosi batterica sono piuttosto generici (con l’eccezione degli episodi precedenti di questa patologia):
- episodi di vaginosi batterica ricorrenti;
- nuovo partner sessuale;
- utilizzo di lavande vaginali;
- recente inserimento di un dispositivo intrauterino (IUD).
I sintomi della vaginosi batterica sono principalmente locali:
- bruciore vaginale;
- prurito locale;
- perdite maleodoranti (odore simile a quello del pesce);
- perdite di colore grigio/biancastro.
Talvolta la vaginosi batterica può essere asintomatica; questa situazione in gravidanza può essere più pericolosa, poiché porta a un ritardo della diagnosi e di conseguenza della terapia, con rischi maggiori sia per la madre che per il feto.
Diagnosi della vaginosi batterica
Lo screening in gravidanza non è raccomandato in maniera elettiva, ma va riservato ai casi in cui vengono riferiti i sintomi e ai casi con una storia di pregresso parto pretermine che può essere dovuto alla vaginosi batterica.
La diagnosi si basa sull’osservazione clinica e sull’esecuzione di esami di laboratorio.
L’osservazione clinica prevede la ricerca dei sintomi tipici della vaginosi, valutando i disturbi riferiti dalla donna e le perdite.
All’osservazione clinica va associata l’analisi di un campione di essudato vaginale, l’analisi del pH vaginale e il fish test. Il pH vaginale aumenta in caso di infezione batterica, pertanto un pH vaginale superiore a 4,5 può indicare una vaginosi batterica in corso o una maggiore propensione a contrarre la patologia.
Il fish test viene invece eseguito aggiungendo alle secrezioni vaginali un composto chimico che fa esalare un forte odore di pesce in caso di positività.
Diagnosi differenziali della vaginosi batterica
Sintomi della vaginosi batterica possono essere confusi frequentemente con quelli della candida. Quest’ultima è causata dalla proliferazione di un fungo, la candida albicans, che si trova normalmente nel nostro corpo, ma quando l’equilibrio della microflora vaginale viene compromessa può moltiplicarsi rapidamente e causare disturbi fastidiosi.
I sintomi sono simili: la candida provoca generalmente prurito, bruciore e dolore che spesso di estende anche alla zona vulvare, che invece non è coinvolta in caso di vaginosi batterica.
Tuttavia, la differenza principale sta nel tipo di perdite vaginali, che in caso di candida sono di colore bianco, inodori e di maggiore consistenza (con un aspetto simile a quella della ricotta).
Terapia della vaginosi batterica
La terapia prevede solitamente l’impiego di antibiotici, che se somministrati prontamente possono evitare il rischio di parto prematuro o altre complicanze. I farmaci più utilizzati con una diagnosi di vaginosi batterica in gravidanza sono il metronidazolo o la clindamicina.
È importante che a distanza di qualche settimana dal trattamento venga ripetuto un esame diagnostico, per valutare l’efficacia della diagnosi ed escludere la possibilità di una recidiva asintomatica.
Una terapia con probiotici è utile per ripopolare la flora batterica vaginale nei momenti in cui può essere stata esposta a squilibrio, come dopo l’assunzione di antibiotici o nei periodi di forte stress.
Prevenzione della vaginosi batterica
Una corretta alimentazione può aiutare nella prevenzione della vaginosi batterica, in particolare preferendo i cibi ricchi di probiotici ed evitando dolci, alcolici e formaggi; una dieta ricca di grassi è associata ad un maggiore rischio di contrarre la patologia.
È importante effettuare un’adeguata igiene intima, evitando detergenti aggressivi, deodoranti e lavande vaginali; asciugarsi bene dopo il contatto con l’acqua ostacola la creazione di un ambiente adatto alla proliferazione batterica.
Per lo stesso motivo va preferita della biancheria di cotone e degli indumenti traspiranti. Va consigliato l’utilizzo del profilattico durante i rapporti sessuali per impedire un contagio da partner a partner.
L’assunzione di prebiotici aiuta a mantenere l’equilibrio della flora vaginale, ripopolando i lactobacilli e ripristinando il pH, rendendo il soggetto meno esposto al rischio di contrarre una vaginosi batterica.