MALARIA NEONATALE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
La malaria è una delle principali cause di mortalità e morbilità infantile e anche se è stata radicata, in Italia esistono ancora dei casi sporadici. Se contratta dalla mamma durante la gravidanza provoca anemia la quale aumenta l’incidenza di parto pretermine e di basso peso alla nascita con conseguente compromissione dello sviluppo del neonato e anche morte del neonato.
Molti bambini con malaria muoiono prima che questa malattia venga diagnosticata.
La malaria e modalità di trasmissione
La malaria è una malattia che viene trasmessa attraverso la puntura delle zanzare. Queste zanzare inoculano nell’ospite degli sporozoiti che invadono il torrente circolatorio attraverso il quale giungono alle cellule del fegato all’interno delle quali avviene la loro moltiplicazione. Ne consegue che le cellule del fegato vengono distrutte per cui gli agenti patogeni si riversano in circolo e attaccano i globuli rossi provocando una grave anemia. Il periodo di incubazione necessario per lo sviluppo della malattia è di circa 7 – 15 giorni.
Sono maggiormente a rischio di contrarre l’infezione i neonati e le madri che viaggiano nei paesi dove tale malattia è endemica.
Se la madre ha fatto un viaggio in un paese a rischio è necessario che il suo ginecologo si attivi. Un passaggio fondamentale sarà quello di esaminare l’operato del medico per capire se vi sia stato un errore nella diagnosi, nella prevenzione o nello svolgimento della terapia e, di conseguenza, se c’è responsabilità del medico, o dell’Ospedale (o del Pronto Soccorso, Asl, Asst, Ats) o della Clinica privata. Essenziale, in questa fase, risulterà l’esame della documentazione medica tra cui le analisi e gli esami, i medicinali assunti, la cartella clinica e il consenso informato.
La malaria nel neonato e complicanze
I neonati presentano dei meccanismi protettivi nei confronti della malaria: l’allattamento grazie alla presenza di elementi nel latte che inibiscono la crescita del parassita, l’elevata concentrazione dell’emoglobina fetale e la trasmissione dell’immunità materna dopo la nascita. Tuttavia, nonostante questi fattori protettivi neonatali, questa infezione è responsabile di anemia materna severa che aumenta il rischio di mortalità e morbilità sia materna che fetale.
Nel neonato la malaria viene classificata in base al momento in cui avviene l’infezione.
Quando i bambini sono infettati dalla mamma durante la gravidanza si parla di malaria congenita.
La trasmissione dell’agente patogeno responsabile della malaria avviene attraverso la placenta, organo di scambio materno fetale che mette in comunicazione la circolazione materna con quella fetale.
I segni e i sintomi sono:
- scarsa alimentazione;
- irrequietezza;
- anemia;
- ittero;
- vomito;
- cianosi;
- convulsioni;
- sonnolenza;
- difficoltà respiratoria;
- epatomegalia;
La malaria neonatale viene invece acquisita dal neonato in seguito alla puntura della zanzara e questa si verifica nei primi 28 giorni di vita del neonato.
La malaria può essere inoltre classificata in malaria non complicata e severa.
La malaria non complicata prevede una fase caratterizzata da febbre e brividi, mal di testa, sudorazione, brividi, dolori muscolari e malessere generale; tali sintomi si presentano con una frequenza di 2/3 giorni e hanno la durata di 6-10 ore.
I neonati che presentano un’alta parassitemia presentano un rischio aumentato di morte; se l’anemia severa non viene tratta può essere gravemente pericolosa per la vita.
La malaria severa è invece caratterizzata da un interessamento multiorgano e provoca uno stato di coma, distress respiratorio e acidosi metabolica, anemia più o meno grave.
La diagnosi e trattamento della malaria nel neonato
Tutti i casi sospetti di malaria devono essere confermati attraverso esame microscopico o test diagnostico rapido. La microscopia rappresenta il gold standard per la diagnosi della malaria anche se la sua precisione dipende dall’operatore.
Un’altra tecnica che può essere utilizzata per la conferma della diagnosi anche nelle donne in gravidanza è il test immunocromatografico i quali vengono effettuati su delle strisce reattive ed hanno una sensibilità maggiore del 90 %.
I neonati con sospetto di malaria prima di iniziare un trattamento devono essere sottoposti a test di screening per la malaria e dovrebbero essere ricoverati considerando che le condizioni possono rapidamente deteriorarsi. Inoltre, devono essere eseguiti anche dei normali esami del sangue per evidenziare la presenza di anemia la quale, se grave, necessita di una trasfusione.
In caso di gravi complicanze o morte per malaria della madre, del feto, del neonato o del bambino, pur potendo generalmente avere diritto ad un risarcimento dei danni verso l’Ospedale, i medici o l’Assicurazione, la principale domanda che i parenti (marito, partner, convivente, genitori, figlio/figlia, fratello/sorella o gli eredi) si devono fare riguarda il motivo che ha portato ad ignorare le procedure per individuare la presenza della malattia e se c’erano effettive possibilità di guarigione, o di evitare l’evento.
Prima di tutto, quindi, rivolgendosi ad un avvocato o ad uno studio legale specializzato in risarcimento danni da responsabilità medica, insieme al medico legale, si potrebbe capire cosa sia successo e se ciò sia eventualmente dovuto a responsabilità o colpa.
La diagnosi e il trattamento della malaria neonatale
La diagnosi e il trattamento precoce riducono l’incidenza della malaria, riducono la trasmissione dell’infezione e prevengono le complicanze e i decessi che ne conseguono.
Alla presenza di un sospetto di malaria e alla comparsa della sintomatologia, il medico (ginecologo o pediatra) deve sottoporre immediatamente la mamma e/o il bambino ad un controllo e ad un esame del sangue che permette di escludere la malattia. È necessario confermare la diagnosi prima di intraprendere il trattamento il quale deve essere condiviso tra pediatra e infettivologo e nel caso di gravidanza anche dal ginecologo.
I segni e i sintomi della malaria simulano le gravi infezioni batteriche motivo per cui si rende necessario eseguire delle indagini approfondite e iniziare un trattamento antibiotico ad ampio spettro. Si rende necessaria anche la trasfusione in presenza di grave anemia.
È fondamentale inoltre l’informazione delle future mamme le quali devono essere invitate da ostetriche e ginecologi a non viaggiare in paesi dove la malattia è endemica considerando i rischi a cui sia mamma che bambino possono andare in contro.