FATTORI DI RISCHIO DELLA MORTE IN CULLA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
La morte in culla, nota anche come SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) ovvero la morte improvvisa ed inaspettata di un lattante o di un piccolo bambino nella quale l’autopsia non riesce a dimostrare un’adeguata causa di morte.
Si distingue dalla morte improvvisa ed inaspettata del lattante (SIDS), la SUID perché comprende tutte le morti senza tener conto della causa che l’ha determinata. Sono state identificate, negli ultimi 25 anni, due cause principali quali alterazioni genetiche del cuore (nel 5 – 10 % dei casi) e delle alterazioni ereditarie di un gene responsabile dell’ossidazione degli acidi grassi.
Si parla poi di SUDC (Sudden Unexplained Death in Childhood) quando la morte inaspettata interessa un bambino di età maggiore a un anno la quale, anche dopo esami di approfondimento, rimane inspiegata.
Nonostante le cause della morte improvvisa e inaspettata del neonato sono ancora sconosciute la massima incidenza si ha fra i 2 e i 4 mesi di vita e sono più a rischio i neonati di sesso maschile.
Secondo la Legge n° 31 del 2006 “disciplina del riscontro diagnostico sulle vittime della sindrome della morte improvvisa del lattante e di morte inaspettata del feto” deve essere effettuato il riscontro diagnostico per identificare eventuali patologie che hanno provocato la morte in culla del neonato e devono essere promosse campagne di sensibilizzazione e prevenzione di tali eventi.
Sebbene in seguito alla morte in culla, nonostante l’esame autoptico, non si riesce ad identificare una causa responsabile è possibile riconoscere dei fattori di rischio.
Tra i possibili fattori di rischio della morte in culla possono essere distinti dei fattori di rischio intrinsechi e dei fattori di rischio estrinsechi.
I fattori di rischio della morte in culla
I fattori di rischio intrinsechi si riferiscono a fattori genetici, ambientali e di sviluppo. Con il passare degli anni, grazie allo sviluppo della medicina e ad un più facile accesso alle cure mediche l’incidenza della morte in culla si è progressivamente ridotta.
È stato visto che i neonati di sesso maschile sono maggiormente a rischio rispetto a quelli di sesso femminile di essere vittima della morte in culla. La spiegazione non è nota ma l’incidenza di questa spiacevole evenienza è stata rilevata essere più alta per i neonati di sesso maschile.
Anche l’etnia comprende un fattore di rischio per la morte improvvisa e inaspettata del lattante: i bambini nativi americani e quelli afroamericani presentano una maggiore incidenza del rischio di morte in culla rispetto ai neonati di altre etnie. Anche in questo caso, non esiste una spiegazione valida per affermare che i neonati di un’etnia sono più a rischio di essere vittime della morte in culla rispetto ai neonati di un’altra etnia.
Di seguito i dati statistici raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità circa la morte inaspettata e improvvisa del neonato.
Un altro fattore di rischio poco noto è il polimorfismo del gene trasportatore della serotonina.
Il polimorfismo si manifesta con una situazione in cui due fenotipi (insieme delle caratteristiche evidenti di un individuo) diversi esistono contemporaneamente o, in questo caso, quando la variazione di un gene ha una prevalenza maggiore. La serotonina, anche nota come l’ormone del buon umore, possiede la funzione di evitare l’eccessiva perdita di sangue e di stimolare la muscolatura liscia come quella del cuore. Se vi è un’alterazione nel meccanismo di trasporto della serotonina il cuore del neonato può non funzionare correttamente.
Anche la prematurità ovvero la nascita prima del termine di gravidanza (prima della 37esima settimana di gestazione) è un fattore di rischio per la morte improvvisa e inspiegata del lattante.
Minore è l’epoca gestazionale in cui avviene il parto, maggiore è il rischio per il neonato di essere vittima della morte in culla. Ciò risiede nel fatto che lo sviluppo degli organi è direttamente proporzionale con l’età gestazionale. Ad esempio, prima della 32esima settimana di gestazione non è ancora avvenuto il completamento dello sviluppo strutturale e funzionale del sistema nervoso centrale per cui quest’ultimo è più vulnerabile nel riportare dei danni. La morte improvvisa e inaspettata del neonato può essere dovuta ad un immaturità della corteccia cerebrale la quale non è in grado di mantenere uno stato di vigilanza poiché non riesce a recepire gli stimoli provenienti dal mondo esterno di conseguenza il neonato può non risvegliarsi dopo un periodo di sonno. Il neonato non viene avvisato in situazioni di pericolo come quando non ha abbastanza ossigeno a causa della ridotta funzionalità di neurotrasmettitori.
Prima della 34 esima settimana di gestazione invece il polmone non è ancora maturo e quindi non è in grado di compiere in maniera efficace la sua funzione respiratoria; i neonati nati prematuramente presentano quindi un rischio maggiore di avere problemi respiratori alla nascita che possono essere la causa della morte in culla.
Anche un basso peso alla nascita (minore di 2500 grammi) è un fattore di rischio per la SIDS.
Sono a rischio di morte improvvisa e inaspettata anche i neonati che sono stati esposti durante la gravidanza e anche nel primo anno di vita a fumo di sigaretta e la cui madre fa abuso di droghe e di sostanze stupefacenti. Anche l’abuso di alcol in gravidanza e in allattamento è un fattore di rischio di morte in culla perché provoca la sindrome alcolica fetale caratterizzata da problemi scheletrici, cardiaci, renali ed oculari. In caso di alcolismo spinto da parte della madre deve essere sospeso l’allattamento al seno.
Infine anche la giovane età materna (prima dei 16 anni) e l’età materna avanzata (dopo i 40 anni) è un fattore di rischio di morte in culla anche se non c’è una spiegazione valida a questo.
I fattori estrinsechi di rischio della morte in culla
Tra i fattori estrinsechi della morte in culla vengono annoverati tutti quelli che riguardano la gestione del neonato e alle pratiche da adottare per garantire un sonno sicuro del bambino
I fattori di rischio estrinsechi di morte improvvisa e inaspettata del lattante sono:
- dormire in posizione prona,
- utilizzo di materassi soffici e poco sicuri,
- condividere il letto con i genitori, soprattutto se questi presentano un indice di massa corporeo elevato o se fanno abuso di alcol, sostanze stupefacenti o se sono fumatori,
- elevata temperatura della stanza la quale non deve superare i 20 gradi,
- utilizzo scorretto della culla e mancanza dei sistemi di sicurezza che impediscano al bambino di cadere o di scivolare,
- tenere oggetti poco sicuri dentro la culla,
- coprire troppo il bambino durante il sonno,
- utilizzo del ciuccio e interruzione dell’allattamento al seno,
- utilizzo dei prodotti per monitorare il sonno del bambino,
- fumare in presenza del bambino,
- lasciare dormire il neonato in una camera diversa da quella dei genitori.
Il comportamento da seguire per la prevenzione della morte in culla
Sebbene la morte in culla non possa essere prevista poiché non sempre si riesce a risalire alla causa che l’ha provocata, possono essere presi degli accorgimenti da parte del personale sanitario e dei genitori stessi per prevenirla.
Per evitare esiti avversi per il nascituro, la prevenzione può essere fatta sin dall’inizio della gravidanza da parte del personale medico, identificando i fattori di rischio, trattando eventuali processi patologici della gravidanza o preesistenti la gravidanza, prevenendo la nascita prematura somministrando farmaci tocolitici che riducono l’attività contrattile dell’utero al fine di ritardare il parto e farmaci per promuovere la maturità polmonare del feto e per favorire la protezione neurologica, espletando il parto tempestivamente se il feto è in sofferenza ed evitando che il feto subisca traumi al momento del travaglio di parto.
Le misure preventive dopo il parto consistono per lo più nel far dormire in maniera sicura il bambino, nell’utilizzare il letto in maniera adeguata evitando materassi soffici e privilegiando la posizione supina, non fumare in presenza del neonato, far in modo che la temperatura sia adeguata e non tenere vicino al neonato oggetti pericolosi.
I professionisti sanitari devono informare i genitori sulle misure da adottare per prevenire la morte in culla seppure questa abbia una bassa incidenza ma può comunque verificarsi inaspettatamente