MORTE ENDOUTERINA DEL FETO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
L’aborto è l’interruzione spontanea della gravidanza con espulsione o estrazione di un embrione o un feto con peso minore di 500 gr o, qualora il peso sia sconosciuto, quando la gravidanza è terminata prima delle 22 settimane o il CRL del feto (lunghezza testa-tallone) risulta minore di 25 mm. Esso si distingue in precoce, se avviene entro le 12 settimane di età gestazionale, e tardivo, se avviene tra le 13 e 21 settimane di età gestazionale.
Si definisce morte intrauterina del feto (MEF) la morte di un feto prima o durante il parto con età gestazionale maggiore o uguale a 22 settimane complete, con un peso di almeno 500 gr o con CRL maggiore di 25 mm. Essa si distingue in precoce, se avviene fra la 22 e 27 settimana di età gestazionale, o tardiva da 28 settimane (>1000 gr) a termine di gravidanza.
I fattori di rischio dell’aborto
Fra i fattori di rischio troviamo:
- età materna;
- fumo;
- nulliparità;
- etnia;
- bassi fattori socioeconomici;
- sovrappeso e obesità;
- IUGR;
- gravidanza multipla;
- complicanza gravidanza precedenti.
Gli aborti sono molto comuni soprattutto nelle prime settimane di gravidanza e possono essere legate a:
- anomalie cromosomiche o genetiche;
- cause immunologiche;
- infettive;
- inadeguata secrezione del progesterone,
La morte intrauterina del feto, invece, meno frequente degli aborti nel primo trimestre ma pur sempre di considerevole numero può essere causata nel 90% da:
- infezioni;
- insufficienza placentare/ritardo di crescita intrauterina;
- distacco di placenta;
- patologie materna (ipertensione e diabete);
- malformazioni fetali;
- patologie del cordone.
Nel restante 10% invece, una causa vera e propria non viene individuata.
I sintomi dell’aborto
I sintomi dell’aborto sono: sanguinamento vaginale, crampi e dolore del basso ventre, perdita di fluidi o tessuti dalla vagina, assenza dei sintomi tipici della gravidanza (nausea, tensione del seno).
I sintomi della morte intrauterina del feto, invece, sono: assenza di movimenti attivi fetali, diminuzione dimensioni del seno, non accrescimento lunghezza sinfisi-fondo.
La conferma, comunque, dell’effettiva morte dell’embrione o del feto deve essere fatta tramite indagine sonografica e relativa ricerca del battito cardiaco fetale.
L’espletamento del parto
In caso di aborto spontaneo la terapia di prima scelta è l’attesa dello spontaneo svuotamento della cavità uterina. In caso di non completo svuotamento si procede tramite isterosuzione o revisione della cavità uterina al fine di rimuovere tutti i prodotti del concepimento.
In caso di morte endouterina, invece, il parto dovrebbe essere espletato il prima possibile per prevenire complicanze materne come la sepsi. Esso, può essere indotto con combinazione di farmaci quali mifepristone e prostaglandine ed ossitocina. In caso di fallimento dell’induzione, che può essere ripetuta per due volte, il cesareo può essere l’ultima scelta. Il cesareo elettivo può essere offerto dopo valutazione dei rischi e dei benefici del taglio cesareo rispetto al parto vaginale.
In entrambi i casi, tuttavia, deve essere offerto supporto emotivo alla donna e alla coppia.