PATOLOGIE IN GRAVIDANZA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La gravidanza è un periodo delicato, di forte impegno emotivo e di importanti modificazioni fisiche per la donna.
È molto importante che venga seguita con professionalità ed empatia dall’ostetrica e/o dal ginecologo, in modo che la viva con la giusta serenità e che prenda parte attivamente alle decisioni che, passo dopo passo, andranno prese.
Quando una gravidanza è fisiologica
Per gravidanza fisiologica s’intende una gravidanza singola senza processi patologici a carico della donna (sia preesistenti sia insorti in gravidanza) o del feto.
Le visite in gravidanza non devono essere inferiori a 4 distribuite nell’arco delle 36 settimane, solitamente una nel primo trimestre e minimo due nel secondo e terzo trimestre; a queste si sommano una visita in ospedale a termine di gravidanza (38 settimane) per la presa in carico, alla quale solitamente si associano una serie di Cardiotocografie (CTG) ante partum anche dette “tracciati” o “monitoraggi”, e una dopo il parto.
In questa fase per inquadrare lo scenario nel quale si evolverà presumibilmente la gravidanza i sanitari devono tenere presenti alcuni aspetti importanti:
- verificare se la gravidanza è fisiologica;
- evitare di patologizzare la gravidanza;
- prescrivere le necessarie ecografie in gravidanza;
- procedere con la prescrizione dei necessari esami da effettuare in gravidanza;
- effettuare tutti i test necessari alla verifica del benessere fetale;
- consigliare la madre per le procedure di diagnosi prenatale;
- verificare se la futura madre debba assumere farmaci in gravidanza;
- progettare un monitoraggio più accurato in caso di gravidanza gemellare;
- assicurarsi che la gravidanza non sia extrauterina (o ectopica).
Nel caso le valutazioni non venissero effettuate, la madre potrà affidarsi ad uno Studio legale o ad un Avvocato, preferibilmente specializzato in risarcimento danni da malasanità e da responsabilità medica, che esaminerà insieme alla paziente ed alla famiglia la fattibilità di una richiesta di risarcimento.
Ecografie da svolgere in gravidanza per scongiurare la sussistenza di patologie
In Italia le ecografie previste dallo screening sono tre:
- I trimestre, in cui oltre ad altri elementi è possibile: identificare il feto/i; datare la gravidanza;
- II trimestre, conosciuta come “ecografia morfologica”, tra le varie finalità troviamo: controllo anatomia fetale; localizzazione della placenta; valutazione liquido amniotico.
- III trimestre (non più obbligatoria) in cui si valutano: la situazione e la presentazione del feto, il controllo anomalie fetali, la localizzazione placentare; l’attività cardiaca (attraverso il Doppler) e della quantità di liquido amniotico.
Come si riconoscono i fattori di rischio e cosa deve fare il professionista sanitario
Fin dal primo controllo in gravidanza deve quindi essere condotta dall’operatore un’attenta anamnesi clinica che comprenda lo stile di vita, le patologie da cui è affetta, le terapie farmacologiche assunte, la familiarità per una specifica malattia ed il decorso delle eventuali gravidanze precedenti.
Il professionista deve inoltre prestare attenzione ad individuare possibili disturbi psicologici o psicosociali, come per esempio segnali di violenza domestica.
Dovrà essere rilevato il peso corporeo e la pressione arteriosa e andranno prenotati i primi esami ematologici, l’esame urine e l’urinocoltura, per ricercare eventuali disturbi.
La donna dovrà essere informata ed aiutata ad assumere uno stile di vita salutare per la gravidanza.
Lo scopo di questo primo incontro è proprio quello di riconoscere le donne con fattori di rischio per la gravidanza e offrire loro un’assistenza personalizzata, prenotando esami diagnostici di approfondimento o consulenze specialistiche se necessario.
Negli incontri successivi e durante tutto il resto della gravidanza, il professionista sanitario che ha in cura la donna dovrà prestare attenzione a riconoscere l’insorgenza di patologie o condizioni cliniche di rischio per madre e feto, modificando se necessario il piano assistenziale sulle esigenze specifiche del caso. La gestazione, infatti, può scatenare una patologia che precedente non era manifesta (come ad esempio può avvenire per il diabete gestazionale o la preeclampsia).
In particolare, i sanitari dovranno prestare attenzione:
- ai casi di gravidanza a rischio;
- all’insorgenza di diabete gestazionale;
- alla presenza di eventuali patologie benigne nella madre;
- alla prevenzione del parto prematuro;
- al trattamento della minaccia di aborto e dell’aborto spontaneo;
- allo sviluppo fetale;
- al battito cardiaco fetale (BCF);
- al distacco intempestivo di placenta;
- allo svolgimento del tracciato in gravidanza;
- all’eventuale insufficienza utero placentare;
- alla prescrizione di progesterone in gravidanza ;
- alla diagnosi di travaglio attivo.
Anche una patologia pregressa alla gravidanza può complicare il delicato periodo della gestazione, rappresentando un pericolo per madre e figlio, oppure talvolta essere lo stato gravidico, con le modificazioni fisiche che comporta, ad aggravare le condizioni patologiche preesistenti alla gravidanza.
Anche in questa fase diagnostica molto delicata potrebbero purtroppo verificarsi errori medici dell’Ospedale o della Clinica o della Casa di cura, bisognerà valutare l’eventuale colpa ed inoltre comprendere se il danno era o meno evitabile.
Qualora vi siano i presupposti, la madre potrebbe dunque chiedere il risarcimento dei danni per essere stata vittima di un caso di malasanità a causa di una diagnosi sbagliata, errata, tardiva oppure di una cura sbagliata o errata o di una terapia non tempestiva o inefficace. Lo studio legale o l’avvocato, preferibilmente specializzati in danni da responsabilità medica, insieme al proprio medico legale, valuteranno se vi sia o meno la possibilità di chiedere i danni all’Ospedale, all’Assicurazione, al ginecologo e più in generale ai medici coinvolti.
La valutazione di quali danni nel caso concreto si possano chiedere rimane dell’avvocato e del medico legale, ad esempio il danno patrimoniale (ossia danni economici da lucro cessante o danno emergente) o il danno non patrimoniale (come il danno biologico per inabilità temporanea o invalidità permanente, il danno morale o, nei casi, più gravi il danno da morte o da perdita di chance di sopravvivenza).
Quali sono le patologie della donna che possono complicare la gravidanza
Anche in presenza di patologie mediche piuttosto gravi è possibile portare a termine una gravidanza, laddove la madre sia opportunamente assistita dai sanitari che devono monitorare accuratamente sia la paziente stessa che il feto, talvolta consigliando la paziente all’espletamento di un parto cesareo.
Alcune delle più importanti patologie della gestante che possono complicare la gravidanza sono:
- diabete;
- ipertensione e la gestosi;
- endometriosi;
- preeclampsia e sindrome HELLP;
- infezione contratta in gravidanza;
- patologie autoimmuni;
- patologie cardiache;
- patologie epatiche;
- insufficienza renale;
- patologie tromboemboliche;
- tireopatie;
- epilessia;
- necessità di procedere ad una colecistectomia;
- neoplasie in gravidanza.
Esistono, invece, condizioni patologiche che possono insorgere durante la gravidanza ed alterare lo stato di salute fetale (es. insorgenza di complicanze quali la leucomalacia) ma anche cause rischi alla salute materna.
Risulta essenziale che la diagnosi, oltre ad essere corretta sia tempestiva. Un errore del ginecologo o dell’ostetrica per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare anche a gravi complicanze.
Queste situazioni necessitano di una pronta diagnosi e un rapido intervento da parte del ginecologo e, più in generale, dei sanitari che si occupano di monitorare la gravidanza. Si possono distinguere in particolare:
- sanguinamento vaginale;
- presentazione fetale anomala;
- nascita gemellare (che deve avere un opportuno monitoraggio);
- rivolgimento mediante manovre esterne;
- rischio di parto pretermine;
- ritardo di crescita fetale (IUGR);
- isoimmunizzazione RH;
- gravidanza post termine o protratta;
- rottura prematura delle membrane amniocoriali;
- anomalie nella quantità di liquido amniotico (oligodramnios e polidramnios);
- necessità di procedere con amnioinfusione;
- distacco di placenta;
- placenta previa;
- placenta accreta;
- generale ritardo nello sviluppo del feto e del bambino.